Economia e Lavoro
22 Febbraio 2017
Presidio della Adl Cobas davanti al petrolchimico. I facchini chiedono il rinnovo del Ccnl e migliorare le condizioni di lavoro

Sciopero alla Versalis: “Sottopagati e intimiditi”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Costante peggioramento delle condizioni contrattuali e lavorative e pressioni per lasciare il sindacato. E’ il clima “difficile e intimidatorio” descritto dalla Adl Cobas Emilia Romagna e che ha portato una parte dei lavoratori dell’appalto Versalis a scioperare oggi, mercoledì 22 febbraio, davanti al petrolchimico.

Al presidio indetto dal sindacato di base ha aderito un quarto della forza lavoro dell’impianto (una ventina di lavoratori iscritti al sindacato) che ha incrociato le braccia per protestare contro le scelte della cooperativa mantovana “L’Unione Carrellisti” che nel 2013 ha vinto l’appalto di facchinaggio all’interno del polo chimico di Ferrara.

Il problema più sentito è la mancata applicazione del rinnovo del Ccnl Logistica. “Il contratto collettivo è fermo dal 2012 e mantiene così le stesse retribuzioni di cinque anni fa, vale a dire circa 2mila euro in meno all’anno – fa sapere Stefano Re della Adl Cobas -. Questi lavoratori, impegnati su turni a ciclo continuo, sono sottopagati e si sono visti cancellare via via una serie di misure integrative aziendali che prima sostenevano la loro capacità salariale”.

Negli ultimi anni, infatti, si sono ‘persi per strada’ i buoni pasto e le maggiorazioni sul salario per i turni di notte e nei giorni festivi. “Sarebbe interessante capire se sia un caso singolo o una condizione diffusa all’interno del petrolchimico…” mormora il sindacalista presente allo sciopero proclamato per 24 ore e che proseguirà quindi fino alle 6 di giovedì mattina.

A questa preoccupazione sulla busta paga, si aggiungerebbe “un clima di costante intimidazione”. “Poche settimane dopo le prime assemblee per discutere del problema, convocate tre mesi fa – spiega Stefano Re – i nostri iscritti hanno subito dei cambiamento di turni e di mansione e delle vere e proprie minacce rispetto all’impossibilità di lavorare all’interno del polo qualora venissero messe in campo iniziative di lotta”. Che, tradotto, suona un po’ come “se scioperi ti licenzio”. Questo “atteggiamento intimidatorio” – sempre secondo la versione del Cobas – ha portato anche a “fare pressioni sulle figure più deboli per chiedere la disdetta della tessera del sindacato”.

Una serie di “spiacevoli eventi” che ha portato alla mobilitazione odierna per “pretendere di non essere trattati come lavoratori di serie B” e chiedere l’applicazione al 100% del Ccnl e trattamento economico integrativo per i turnisti, eventi di malattia ed infortunio pagati al 100%, rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e progressiva stabilizzazione dei lavoratori precari (a chiamata).

“Sono tutti diritti sindacali che per ora non vengono riconosciuti – ribadisce l’attivista del Cobas -: abbiamo cercato di aprire un tavolo di trattativa con la cooperativa ma L’Unione è sempre stata evasiva, ha finto apertura e dialogo per poi mettere in dubbio la titolarità e la rappresentanza sindacale circa la rivendicazione dell’applicazione del contratto collettivo. E, anche dopo la protesta, non sono arrivati segnali di distensione o apertura”.

Il Cobas manterrà lo stato di agitazione finché “non verranno accolte le nostre richieste: apertura immediata di un tavolo di trattativa per l’applicazione del Ccnl, riconoscimento del pieno diritto di rappresentanza e fine dei comportamenti discriminatori”. Intanto il clima dello sciopero è positivo: “Siamo qui per rivendicare giustizia e dignità sul lavoro – dichiarano i turnisti fuori dal petrolchimico -: un passo necessario per migliorare le nostre condizioni di lavoro, nonostante la sfiducia e delusione nei confronti della controparte che ci sta privando pezzo dopo pezzo dei nostri diritti”.

Contattato telefonicamente da Estense.com, il presidente dell’Unione Carrellisti Marco Ferrari tende a smorzare i toni della protesta: “Tutti hanno il diritto di scioperare, anche se i lavoratori iscritti al Cobas ci risultano essere al massimo 5-6. Va bene scioperare ed essere iscritti al sindacato, basta non fare del male agli altri o danneggiare l’immagine di un’azienda che da 43 anni opera nel settore con serietà. Abbiamo buoni rapporti coi sindacati di Mantova ma siamo a 100 chilometri dallo stabilimento ferrarese, non sappiamo cosa fanno o cosa si dicano i soci durante i turni di lavoro, il nostro referente di Ferrara è impegnato in corsi di aggiornamento per la sicurezza sul lavoro”.

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