Economia e Lavoro
20 Febbraio 2017
Le critiche dei No Salvabanche: "Ennesimo baraccone burocratico"

Carife. L’infinita attesa degli azzerati per un arbitrato non voluto

di Redazione | 4 min

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“Perché da 14 mesi questo arbitrato speciale non decolla?” A chiederselo, con toni molto critici anche rispetto allo strumento scelto, è il gruppo No Salvabanche.

Il tema è quello dell’arbitrato che dovrebbe essere gestito dall’Anac per i risparmiatori colpiti dal salva-banche che non accedono ai rimborsi forfettari: quelli con redditi 2014 superiori a 35mila euro e monte titoli oltre i 100mila euro, le cui procedure sono ancora in stesura.

Persone che, scrive il gruppo “per la maggior parte (e Banca d’Italia come pure Agenzia delle Entrate lo sanno) non sono Paperoni e neppure parlamentari di lungo corso: sono impiegati, piccoli imprenditori, qualche insegnante con la seconda casa; sono persone che contavano sul rimborso delle loro obbligazioni o azioni, risalenti al 2006 al 2007 e poi azzerate, per pagarsi la badante o la retta in casa protetta (o l’emigrazione in qualche paese estero, dato che in Italia con 3000 euro lordi al mese e una serie di malati in casa, non si può certo scialare). Tutti costoro – osservano criticamente gli azzerati – devono dimostrare di essere stati dei fessi che sono stati convinti a sottoscrivere obbligazioni subordinate da astuti funzionari bancari, cioè che sono stati vittime di ‘mis-selling'”.

Però si sa ancora poco su come verranno gestiti: “Prima di tutto – osservano i No Salvabanche – non si sa quanto dovranno essere pagati i giudici e gli esperti dell’arbitrato. I quali avranno comunque sede a Roma, presso Anac, ma potranno anche disporre di sedi decentrate (2, 3, 50? Non è dato sapere). È scritto che avranno al massimo due segretari amministrativi. E che dovranno avvalersi di procedure informatiche da predisporre adeguatamente, per la gestione delle circa 8mila pratiche allo start della corsa. La prima verifica dell’andamento degli arbitrati sarà due anni dopo la partenza. Con questi presupposti, si può solo dedurre che si tratta dell’ennesimo baraccone burocratico”.

Anche l’onere della prova, quello di aver subito un raggiro nella vendita di azioni e/o obbligazioni viene criticato: “A chi il popolo degli azzerati deve dimostrare tale “idiozia”? Al ministro dell’Economia e Finanze (che finora li ha qualificati come speculatori, in primis Renzi) e magari anche al ministro della Giustizia che da anni sta indagando sugli intrighi di banche che hanno dato denaro a incalliti debitori ormai decotti. Questo arbitro – osservano i risparmiatori bruciati – avrà da una parte uno stuolo di avvocati bancari (delle quattro banche) esperti di contenzioso e dall’altra i tapini azzerati che si presenteranno da soli o, per graziosa bontà del presidente del Consiglio dei Ministri, se lo vorrà, con gli esperti delle associazioni dei consumatori e risparmiatori, persone che lavoreranno veloci e con procedure più o meno standard”.

La critica politica viene poi rimarcata: “Anche in questa occasione il Consiglio dei Ministri dimostra di abdicare a gestire il sistema bancario e amministrativo trincerandosi dietro pretese dell’Unione Europea. Il governo fa credere che alla commissaria Vestager interessi un procedimento tanto farraginoso a carico di migliaia di piccoli clienti retail. Europa, Vestager e altri ‘draghi’, badino a questo nostro Continente che sta perdendo la sua coesione ideale di fronte ad esodi biblici, al degrado ambientale, agli opportunismi nazionalistici e all’aggressione commerciale da altri continenti. La questione delle quattro banchette italiane è assolutamente insignificante per i riflessi economici, ma emblematica del tradimento morale a cui porre rimedio. I nostri parlamentari non si smentiscono mai – prosegue la polemica – Anche per questa infima partita dei vuoti a perdere (le 4 banchette) entro il ‘solidissimo’ sistema bancario, essi fanno prevalere bizantinismi e borboniche vessazioni sul doveroso rimborso ai risparmiatori. E non venga a dire, a fine procedura di qui a 10 anni, il tecnico Padoan che si è provveduto al rimborso agli obbligazionisti azzerati anche nei casi in cui il ‘sereno’ collegio arbitrale sentenzierà un rimborso non al 100% , ma al 5% o al 15% delle somme perdute perché la prova della dabbenaggine del risparmiatore non sarà stata lapalissiana”.

Un invito, infine, ai “cari parlamentari: “Nei riferimenti normativi del decreto sugli arbitrati dovete scrivere a caratteri cubitali: ‘A norma dell’articolo 47 della Costituzione’, quello che tutela il Risparmio. Al posto di un consesso di 10, 20 o 100 giudici esperti imparziali ma non informati e comunque plurititolati, da selezionare e pagare, decentrate l’istruttoria dei rimborsi nelle sedi bancarie o presso gli ex commissari di Banca d’Italia, tutti organismi paludati che per interi anni hanno lucrato abbondantemente per attività di routine e che conoscono esattamente la partita degli sprechi e delle connivenze. Da chi ha provocato la vicenda del furto a danno dei soli incolpevoli, arrivino le liste da inserire nei decreti di rimborso al cento per cento. Gli incartamenti sono in ciascuna banca. Le spese saranno minimizzate e il Fondo di Solidarietà resterà indenne da ulteriori ricarichi economici. Tutti i denari disponibili vadano ai risparmiatori – concludono i No Salvabanche – non a organismi da creare e pagare apposta per decenni”.

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