Spettacoli
19 Febbraio 2017
Francesca Ciocchetti, Cristian Giammarini e Paolo Civati danno vita ai racconti del drammaturgo russo

A Ferrara Off focus “On Cechov”

di Redazione | 3 min

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Francesca Ciocchetti, Cristian Giammarini e Paolo Civati fanno il bis. Dopo lo spettacolo “I conigli non hanno le ali”, scritto e diretto da Civati, portato in scena venerdì a Occhiobello, sabato sera nello spazio teatrale dell’Associazione Ferrara Off i due attori “passati sotto la mano” di Luca Ronconi – come loro stessi hanno detto scherzando – hanno dato voce a una selezione di racconti del celebre drammaturgo russo Anton Cechov.

Famoso soprattutto per i suoi testi teatrali, da “Zio Vanja” – sul quale Civati ha tenuto un workshop sabato pomeriggio – a “Tre sorelle” a “Il giardino dei ciliegi”, Cechov è stato anche un prolifico autore di racconti: nella sua breve vita ne ha scritti 650 per varie riviste. Paolo Civati, appositamente per la mise en espace di sabato sera in via Alfonso I d’Este, ne ha scelti quattro, tutti scritti negli anni Ottanta dell’Ottocento, quando l’autore “aveva solo 26 anni”, “prima del teatro che lo ha reso famoso”, hanno spiegato Ciocchetti e Giammarini nell’incontro con il pubblico al termine della lettura. “L’attore tragico” racconta dell’amore a prima vista della giovane Masha, che “non conosce il suo ruolo nel mondo”, per il teatro e per un attore tragico ucraino dagli occhi neri: purtroppo nessuno dei due la contraccambia.

È invece amata la protagonista de “Il racconto della signorina N. N”: un povero figlio di diacono le confessa i suoi sentimenti al riparo da un temporale estivo in campagna. Lei però non capisce qual è realmente la sua fortuna: “Andando a coricarmi, accesi una candela e spalancai la finestra, e un sentimento indefinibile si impadronì della mia anima. Mi ricordai di essere libera, sana, ricca, di avere un cognome noto, di essere amata, ma specialmente di essere di casata illustre e ricca – di casata illustre e ricca – che fortuna, mio Dio!” Ora quell’amore è solo un ricordo velato dalle lacrime del rimpianto.

“Prima delle nozze” è invece un racconto ironico sui consigli, ovviamente contrapposti, che due genitori danno alla loro giovane figlia promessa sposa, tentando di aprirle gli occhi sulla realtà della vita coniugale; due ‘predicozzi’ inutili perché la poverina, con il futuro marito, salta dalla padella alla brace.

Infine, la dolcissima e malinconica narrazione de “Lo scherzetto”, con Nadienka che sfida ancora e ancora la paura di una discesa in slitta per ascoltare un giovane o il vento sussurrare tenere parole d’amore. Le sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo si intravedono, si percepiscono e la realtà rappresentata da Cechov è più ampia di quella che il racconto sembra racchiudere e che noi possiamo vedere: personaggi e situazioni sono dipinti con pennellate quasi impressioniste che lasciano al lettore-ascoltatore il compito e il piacere di ricostruire l’insieme nella sua immaginazione. La modernità e la grandezza di questo autore russo, secondo Ciocchetti e Giammarini, sta nella “sua grande capacità di ascoltare, di indagare e riuscire a descrivere con grande delicatezza e grazia i diversi caratteri umani”.

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