Spettacoli
18 Febbraio 2017
A Ferrara “Non ti pago” di Eduardo De Filippo, l’ultima regia del figlio Luca

Un biglietto del lotto per giocare con le nostre superstizioni

di Redazione | 3 min

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(foto di Marco Caselli Nirmal/Teatro Comunale di Ferrara)

di Federica Pezzoli

Per i vicoli di Napoli la Smorfia è più che una tradizione o una credenza, l’interpretazione dei sogni per giocare i numeri al lotto è un’arte. E quindi come poteva il teatro di Eduardo De Filippo non narrare quest’umanità superstiziosa e scaramantica che per superare la realtà quotidiana si aggrappa alla speranza illusoria di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore. Lo ha fatto in “Non ti pago”, che lo stesso autore definiva “una commedia molto comica, che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto”.

Fino al 18 febbraio è in scena al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara nell’allestimento della Compagnia Luca De Filippo: l’ultima sua regia prima dell’improvvisa scomparsa a fine 2015.

“Non ti pago”. È il motto, quasi l’ossessione, di Ferdinando Quagliuolo, vendicativo, dispotico e testardo capofamiglia napoletano, titolare di un banco lotto lasciatogli dal padre, il cui ritratto campeggia nel salotto di casa. La sua invidia, che secondo lui altro non è che “sete di giustizia”, si riversa sul suo dipendente Mario Bertolini, colpevole non solo di essere l’innamorato della figlia Stella, ma soprattutto di essere troppo fortunato al gioco, grazie a tutti quei parenti che gli passano dall’Aldilà i numeri per le giocate vincenti. Mentre don Ferdinando passa le notti con il fido Aglietiello sui tetti a scrutare la forma delle nuvole in cerca di qualche segno rivelatore, ma senza risultati. La goccia che fa traboccare il vaso e ‘pazziare’ don Ferdinando è la vincita di quattro milioni di lire con una quaterna secca rivelata proprio dal padre di don Ferdinando. A suo parere non ci sono dubbi: Bertolini vive nella vecchia casa di famiglia, perciò la “buonanima” credeva di apparire al proprio devoto figlio, dunque il denaro è suo. A nulla valgono i rimproveri della moglie Concetta, che tenta di fargli entrare in quella “capa tosta” come quella vincita possa servire per sistemare anche la figlia Stella; a nulla servono i discorsi del parroco don Raffaele e dell’avvocato Strummillo, che cercano di persuadere don Ferdinando della labilità delle fragili argomentazioni addotte per appropriarsi della vincita. Nemmeno una tragedia sfiorata e il rischio della galera fanno rinsavire Quagliuolo: costretto a restituire il biglietto del lotto a Bertolini, scaglia su di lui una maledizione che, essendo a Napoli, non può fare altro che avverarsi, impedendo al giovane di ritirare la propria vincita.

Solo il disprezzo della figlia Stella alla fine placherà don Ferdinando, che in un sofferto lieto fine acconsentirà alle nozze, ma con un avvertimento al futuro genero: se non si comporterà bene, basterà “dire due paroline a papà”.

(foto di Marco Caselli Nirmal/Teatro Comunale di Ferrara)

“Non ti pago” è una farsa dal ritmo perfetto che parlando di sogni, superstizioni e scaramanzie, dello strampalato rapporto tra razionalità e fiducia nell’assistenza dei cari estinti, narra come l’essere umano non rinunci mai alla speranza, talvolta all’illusione, di un colpo di fortuna. In scena un gruppo di attori affiatati, che padroneggia perfettamente i tempi comici del teatro di Eduardo: Gianfelice Imparato, che si è formato con Eduardo e che interpreta Quagliolo sostituendo Luca De Filippo, accanto a lui la vedova del regista e attore, Carolina Rosi, nel ruolo della moglie Concetta; Carmen Annibale e Massimo De Matteo sono Stella e Mario Bertolini; Nicola Di Pinto è l’Aglietiello capace di sopportare e supportare don Ferdinando.

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