Cronaca
17 Febbraio 2017
I fatti avvenuti nell'aprile 2015. L'uomo cercò di farsi toccare le parti intime e mise le mani sul seno della donna

Disabile condannato per aver palpato una conoscente

di Daniele Oppo | 2 min

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tribunale, la legge è uguale per tuttiSia il pubblico ministero che i giudici hanno riconosciuto la minore gravità del fatto, ma questo non ha escluso la condanna a un anno, un mese e 10 giorni di reclusione per un uomo disabile di 43 anni, accusato di violenza sessuale.

Il collegio giudicante – composto dai giudici Luca Marini (presidente), Carlo Negri e Alessandra Testoni – lo ha anche condannato alle spese e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno, pur riconoscendo le attenuanti generiche.

L’uomo – residente in provincia – era stato denunciato nell’aprile del 2015 da una sua conoscente, che non si è costituita parte civile, comparsa nell’ultima udienza come testimone, insieme al marito. La donna ha raccontato di essere uscita di casa una sera per fumare una sigaretta, vedendo l’uomo passare a bordo del triciclo usato per spostarsi a causa delle pesanti difficoltà di locomozione che lo affliggono. Lui si è avvicinato, ha chiesto una sigaretta e la donna è andata a prenderla nella cucina dove aveva lasciato il pacchetto. Tornata sulla soglia di casa, ha aiutato l’imputato a sollevarsi dal triciclo e sono entrati di qualche passo nella piccola sala d’ingresso. Dopo aver chiacchierato, la donna ha manifestato la volontà di andare a letto, ma lui le avrebbe chiesto di rimanere ancora un po’. In questo frangente le avrebbe preso una mano portandola verso le sue parti intime – gesto frenato però dalla donna – e poi le avrebbe toccato ripetutamente il seno. “Gli ho chiesto: cosa stai facendo? – a raccontato ai giudici – e lui mi ha risposto che era ubriaco”. A quel punto lo ha afferrato per i polsi accompagnandolo verso l’uscita, chiudendo a doppia mandata la porta e chiamando subito il marito, sconvolta.

L’uomo si è difeso affermando di non aver mai compiuto un gesto simile – anche alla lettura della sentenza di condanna ha detto “ma non ho fatto niente” – e che, a suo parere, sarebbe stato denunciato per via di un prestito da 250 euro concesso dalla madre alla coppia e ancora non restituito.

Nel 2008 l’uomo patteggiò una condanna per fatti simili, ma il reato si è ormai estinto. La difesa ha chiamato in udienza anche il medico di famiglia che segue l’uomo da quasi 25 anni, che ha spiegato le patologie che lo affliggono, spiegando che spesso compie gesti motori involontari. Da qui la difesa ha chiesto di leggere l’episodio come un tentativo – pur ammettendo che sia stato comprensibilmente mal interpretato – di ripristinare l’equilibrio anziché come la ricerca di un contatto sessuale.

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