Lettere al Direttore
16 Febbraio 2017

Dalla Sfir a Ferrara Food

di Redazione | 2 min

Gentile Direttore,

nei giorni scorsi è apparso un articolo sul suo Giornale dal titolo: “Crisi Ferrara Food, rischio default per il distretto del pomodoro” in cui si afferma che l’azienda di trasformazione di Argenta abbia maturato ben 11milioni di euro di debito verso le imprese agricole del territorio che hanno conferito il prodotto. Sembra incredibile che “Ferrara Food”, nata a seguito della riconversione industriale dello stabilimento saccarifero Sfir di Pontelagoscuro, caso unico in provincia, versi ora in questo stato: un problema enorme per la nostra bistrattata agricoltura che si somma alle tristi vicende di Capa Ferrara, del Consorzio Agrario Provinciale e di Carife.

La proposta che alcune associazioni sembrano avanzare è di una semplicità disarmante: un tavolo di concertazione con le banche perché forniscano subito la liquidità necessaria a soddisfare i creditori. Siamo alle solite. Ci si è interrogati prima sulle difficoltà dell’azienda e si sono fatte previsioni nel medio periodo? È una crisi legata ad aspetti contingenti, alle oscillazioni del mercato, oppure è una crisi strutturale ben più radicata? Non è forse vero che il nostro Paese importa grandi quantitativi di pomodoro dall’estero? Un ulteriore indebitamento può davvero rappresentare una risposta, seppur nell’immediato?

Non lo sappiamo. Credo che ci sia bisogno di più trasparenza e chiarezza perché, a ben vedere, la questione non è da ricondurre alla sola sfera privatistica, ma ha invece un preminente interesse pubblico. Il futuro dell’azienda argentana riguarda tutti noi: in primis perché coinvolge tanti lavoratori, poi perché sono stati utilizzati fondi pubblici con il supporto delle istituzioni e infine perché le banche coinvolte, in funzione degli aiuti statali ricevuti, hanno acquisito, di fatto, un ruolo altrettanto pubblico.

Davide Verri, Bondeno

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