Codigoro
11 Febbraio 2017
Il portavoce del 'Popolo della Famiglia' contro la kermesse canora per aver ospitato Ricky Martin, Mika e Tiziano Ferro: "Non pagherò il canone Rai"

Mario Adinolfi: “Il Festival di Sanremo mina il valore cruciale della famiglia”

di Redazione | 3 min

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Codigoro. Nella serata di venerdì 10 febbraio ad annunciare le parole di Mario Adinolfi, intrise di cattolici valori, è stato Mirko De Carli, portavoce del movimento politico “Popolo della famiglia”, che ha presentato l’incontro come un’iniziativa per far conoscere i loro principi cardine anche nel territorio del Basso Ferrarese.

Appena presa la parola, Adinolfi ha ribadito come le associazioni Lgbt gli contestino il diritto di parola: “Io sostengo solo cose basilari, cioè che i bambini nascono da una mamma e da un papà e che la famiglia è un elemento cruciale della società”. Secondo il pensiero del direttore de “La croce” bisognerebbe avere la stessa concezione della famiglia che ci propone la Costituzione della Repubblica: all’articolo 29 viene riportato che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio (“tra un uomo e una donna”, aggiunge l’oratore).

“Abbiamo deciso di fondare un nostro movimento politico, perchè i governanti non stanno più tutelando questi valori, come la Costituzione ha sempre richiesto”, ha affermato Adinolfi, riportando poi ai pochi presenti (e a qualche contestatore) in sala come il divorzio breve (da poco applicabile) abbia rovinato  il benessere italiano, visto il notevole aumento dei divorzi nell’ultimo anno e le conseguenti innumerevoli richieste di aiuto economico ai servizi sociali da parte degli ex padri di famiglia, ora costretti a mantenere i figli con il pagamento degli alimenti.

Oltre ai governanti, anche il Festival di Sanremo avrebbe deciso di minare il valore cruciale della famiglia, pagando le ospitate di celebrità come Ricky Martin, Mika o Tiziano Ferro.

“A questo punto io non voglio più pagare il canone Rai: il messaggio che queste trasmissioni vogliono inculcare è quello di una visione antropologica che porta alla trasformazione delle persone in cose. Ricky Martin, come Elton John a suo tempo, ha potuto avere dei figli tramite la pratica dell’utero in affitto, che trasforma il corpo della donna in un oggetto da usare”.

Dopo aver definito come “follia” la legge Cirinnà sulle unioni civili, Adinolfi ha affrontato il tema dell’eutanasia, definendola come una pratica che è stata fatta diventare un costume dalle lobby farmaceutiche, la cui colpa è quella di vendere il pentobarbital a 13 euro (come ad esempio in Belgio), quando per mantenere in vita un paziente è necessario affrontare costi altissimi.

Per rimarcare come sia la scelta giusta quella di rimanere in vita nonostante la malattia, Adinolfi ha riportato l’esperienza della morte del padre, avvenuta qualche mese fa. “La pratica dell’eutanasia è lo specchio di una società che vuole l’eliminazione della parte fallata, questa visione è da smentire. Negli ultimi momenti di vita è possibile ancora fare esperienze e provare emozioni. Ad esempio mio padre, nel suo ultimo doloroso percorso, ha avuto il tempo di rivedere addirittura lontanissimi parenti che non incontrava da anni e ha anche rinsaldato con me il rapporto paterno”.

Dopo aver espresso, in maniera a volte forse ridondante, le proprie convinzioni, ha terminato l’incontro con lo slogan politico: “Questa visione antropologica della società che si sta andando a formare è di stampo nazista, noi dobbiamo quindi organizzare una resistenza e difendere quello che alcuni chiamano Medioevo”.

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