Codigoro
10 Febbraio 2017
Arcigay indignata di contro il sindaco Zanardi. Lei: “Non è nostra iniziativa”

Bufera Adinolfi su Codigoro

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Codigoro. Bufera Adinolfi dopo l’annunciata partecipazione del giornalista ad un incontro culturale promosso dalla parrocchia San Martino di Codigoro. “Quale speranza per la famiglia?” il tema della serata organizzata presso l’oratorio Don Bosco (in Via De Amicis alle 21) che ha infiammato l’opinione pubblica e la comunità Lgbt ferrarese.

La prevedibile reazione indignata di Arcigay, Arcilesbica e Famiglie Arcobaleno, come quella dei cittadini intervenuti sui social network nelle scorse ore, si spingono però ben oltre la semplice contestazione dell’ospite, riservando il carico più pesante al sindaco codigorese Alice Zanardi.

Tirata in causa sull’edizione locale de Il resto del Carlino – che presenta l’iniziativa come una di quelle “che il sindaco ha programmato, assieme a tutte le componenti sociali, per affrontare la terribile vicenda di Pontelangorino” – Zanardi affronta in queste ora la difficile impresa di smentire il coinvolgimento della pubblica amministrazione e della sua persona.

“Non ho mai convocato Mario Adinolfi – precisa -, ho appreso dalla stampa l’iniziativa promossa dalla parrocchia e se si legge bene l’articolo apparso si capisce che non è una nostra iniziativa. Naturalmente c’è sempre qualcuno che si diverte a strumentalizzare le notizie per fini politici, questo è molto triste. Il calendario delle nostre proposte non è ancora definito: sarà concordato con il prefetto ed il questore nei prossimi giorni” aggiunge Zanardi su Facebook, senza per il momento affidare alla stampa una smentita ufficiale.

Durissima, dicevamo, l’ammonizione delle rappresentanza Lgbt estense, che tramite Cristina Zanella (Arcilesbica Ferrara), Manuela Macario (Arcigay Ferrara) ed Henry Gallamini (Famiglie Arcobaleno) prevede tutt’altro che “un’analisi seria e ragionata su argomenti di indubbio interesse sociologico e psicologico” ma “l’ennesima occasione per dar sfogo alla campagna d’odio contro le persone omosessuali. Cosa c’entra l’efferato evento con le unioni omosessuali? Siamo indignati che un momento di giusta riflessione si trasformi in una squallida propaganda ideologica e che lo si faccia in modo tanto spudorato”.

“Il sindaco di Codigoro convoca Mario Adinolfi per sostenere che le unioni civili siano la causa di omicidi” titola il blog di informazione Gayburg, dando risalto ad un passaggio preciso del comunicato diffuso dalle Arci. “Ancor di più ci sconcerta che tutto ciò sia inserito in un programma di iniziative promosso dalla sindaca Sabina Zanardi (area Pd)”.

“Ci spiace che queste associazioni abbiano colto un nesso che non è voluto e cercato, ma piuttosto indiretto – spiega il parroco Don Pietro Predonzani –. Non vogliamo sostenere la nostra concezione di bene e male mettendoci in contrasto con loro. L’incontro con Adinolfi era già programmato prima della tragedia, il collegamento è un’interpretazione della stampa, non una nostra intenzione dichiarata. Certamente non possiamo ignorare il contesto: o quella dei Vincelli è una vicenda a sé, oppure porta alla luce un disagio sociale generalizzato da affrontare anche con queste proposte di discussione. L’omosessualità non c’entra nulla con Pontelagorino e quindi con la serata in programma: mi pare sia stata solo un’ipotesi della stampa tra l’altro caduta nel vuoto”.

Un collegamento indiretto, sostiene dunque il prelato, anche se Adinolfi aveva recentemente azzardato e sostenuto l’accostamento tra omosessualità e istinto omicida, nel caso Luca Varani. Don Pietro coglie poi l’occasione per chiarire la posizione del sindaco Zanardi. “Nei giorni successivi al delitto, ha riunito attorno ad un tavolo tecnico associazionismo, forze dell’ordine e realtà educative del territorio per coordinare interventi e iniziative di supporto, alcune delle quali avrebbe promosso direttamente come amministratore locale”.

Tra queste non quella con Adinolfi. “La parrocchia in quell’occasione ha informato di questo incontro con ospite già pianificato, pensando fosse coerente con il contesto e con la riflessione sul rapporto genitori-figli. Nulla di più, nessuna collaborazione nella promozione della serata”.

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