Eventi e cultura
10 Febbraio 2017
Una esposizione-omaggio in occasione del decennale della morte dell'artista sacro

Ferrara ricorda don Patruno con una mostra

di Redazione | 2 min

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Sarà inaugurata sabato 11 febbraio alle 18 a Casa di Ludovico Ariosto (via Ariosto 67 a Ferrara) la mostra “La libertà di dire, la verità di fare” dedicata alle opere di don Franco Patruno (Ferrara 1938-2007) che rappresenta una delle voci più significative del dibattito artistico, culturale, religioso e civile del secondo novecento ferrarese.

L’esposizione antologica di disegni, quadri e collage che don Franco realizzò a partire dagli anni ’60 fino a poco prima della sua morte è stata realizzata a cura di Maria Paola Forlani, Massimo Marchetti, Patrizia Fiorillo e Gianni Cerioli, con la collaborazione del Comune di Ferrara, in occasione del decennale della morte.

Questa mostra intende ricordarlo a quanti lo hanno stimato e allo stesso tempo farlo conoscere a quanti non lo hanno conosciuto. L’oggetto della mostra è costituito da momenti significativi della sua produzione grafico pittorica: dai ritratti di grande formato realizzati su carta con il pastello nero, agli angeli caduti, ai crocefissi, dai collage materici alle chine preziose.

Ogni opera d’arte diventa per don Franco il momento di un dialogo culturale e teologico con il mondo attuale. È proprio il suo modo di operare all’interno del mondo dell’arte del Novecento, che ha utilizzato spesso delle categorie teologiche senza nessuna teologia di fondo, a permettergli di mettere in circolazione idee e riflessioni in piena coscienza e di sviluppare un atteggiamento di ascolto verso una umanità in cui prevalgono istanze perturbatrici.

Il gioco della mano e del supporto che l’artista mette a punto con grande libertà di espressione e pertinenza critica, agisce nello spazio/tempo in modo del tutto caratteristico. Se nella serie dei ritratti la resa introspettiva e l’indagine psicologica fanno affiorare sul volto di amici, colleghi, artisti e intellettuali, stati d’animo, umori esistenziali e creaturali, è nei tasselli rarefatti dei collages che si creano non solo echi dei mosaici bizantini ma anche rielaborazioni di un dibattito culturale e spirituale più ampio, fatto di aperture autentiche. È però un tempo che va inteso non in senso antropologico ma in senso teologico in cui la valenza cristologica diventa la connotazione fondamentale. La categoria della salvezza modifica allora in modo sostanziale ogni concezione di essere nel tempo dell’uomo. Questo modifica e dà senso a tutta la produzione di don Franco.

In occasione dell’allestimento sabato 11 marzo (alle 16) si svolgerà il “Concerto per Franco” del duo Claudio Miotto (clarinetto) e Paolo Rosini (chitarra). L’allestimento rimarrà visitabile fino a domenica 12 marzo (apertura da martedì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18, lunedì chiuso) con ingresso gratuito.

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