Attualità
8 Febbraio 2017
Lo sfogo di Castagnoli: "La sanzione non è una deterrenza perché i pescatori di frodo non pagano"

Polizia provinciale, un anno di lotta ‘eroica’ al bracconaggio

di Elisa Fornasini | 4 min

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“Sono quasi degli eroi per lavorare senza sosta con forze umane ed economiche ridotte all’osso e appese a un filo”. Sono le parole scelte dal neo consigliere provinciale Alberto Bova per definire l’impegno della polizia provinciale in un momento di grave difficoltà a causa della carenza di organico e risorse a disposizione dopo il riassetto delle Province.

I 15 ‘paladini’ ferraresi (13 agenti sul campo e 2 unità amministrative) nella lotta alla pesca abusiva, caccia illegale, abbandono rifiuti e reati al codice della strada hanno elevato nel 2016 più di 34mila sanzioni per un importo che supera i 3 milioni e 630mila euro.

La stragrande maggioranza delle multe riguarda il mancato rispetto dei limiti di velocità accertato tramite velox e tutor, ma anche su strada, dove sono stati rilevati 4mila verbali in più rispetto all’anno precedente quando si è rotto un tutor che non è stato in funzione per un mese e mezzo. Intensificati anche i controlli per i furbetti dello slalom che per evitare il velox compiono manovre pericolose, non sfuggite durante il pattugliamento e che ha portato a 42 sanzioni. L’infrazione più eclatante è stata sulla sp 15, la Rossonia, dove un automobilista ha raggiunto la velocità di 157 km orari dove vige il limite dei 70.

L’aspetto più critico riguarda però il bracconaggio, dove le multe non sortiscono alcun effetto. “La sanzione amministrativa non è una deterrenza perché i pescatori di frodo non pagano” conferma il comandante della polizia provinciale, Claudio Castagnoli, snocciolando i dati: “Negli ultimi 4 anni sono stati contestati reati per oltre 100mila euro, ma quelli pagati sono solo 7mila. La media dei verbali pagati è del 6-7% rispetto al 64% per il codice della strada”.

La contravvenzione non basta anche se i ladri-pescatori guadagnano 5mila euro al mese con una media di 60mila euro in nero all’anno. Per colpire il fulcro dell’attività “cerchiamo di sequestrare il sequestrabile come reti, barche e furgoni – spiega Castagnoli – ma è difficile trovare i rumeni in flagranza di reato, hanno anche imparato a tenere separati i due carichi, lasciando pesce e materiali in due furgoni diversi. Siamo comunque riusciti a recuperare e liberare mille chili di pesce“.

Fatta la legge, trovato l’inganno. E allora nei prossimi mesi (marzo-aprile) la Regione dovrebbe approvare una nuova legge per avere maggiore incisività contro il bracconaggio. “Sarebbe la prima regione in Italia a cambiare registro su questo fenomeno – prosegue il comandante – con nuove e importanti misure come il fermo pesca per due mesi e il sequestro del mezzo per chi venga trovato dal tramonto all’alba con reti, storditori o pesci”. La polizia provinciale lavora infatti anche di notte: sono 350 le ore notturne passate a sorvegliare i canali.

Il controllo del territorio prosegue anche sul fronte dell’abbandono dei rifiuti che ha portato a sanzionare 13 illeciti per un importo di 10.300 euro anche grazie alle 108 segnalazioni sul sistema Ecouniamoci. Numeri comunque inferiori rispetto ai reati di caccia (194 multe per 24mila euro) e di pesca (114 contravvenzioni per altri 24mila euro).

“Se le Province rimangono come ente, la funzione della polizia provinciale ha bisogno di essere ripensata perché è indispensabile per il controllo ambientale e rappresenta l’anello di una catena molto larga che coinvolge in una positiva collaborazione anche tutte le altre forze di polizia” avverte il presidente della Provincia di Ferrara Tiziano Tagliani che pone l’accento sul “contrasto al bracconaggio che si è trasformato dall’episodio del singolo pescatore alla costituzione di reti criminali, più consistenti e più pericolose”.

La presentazione del bilancio 2016 si chiude con un “doveroso ringraziamento alle 132 guardie volontarie provenienti da 8 associazioni che ci stanno dando una mano” e con un accenno alle minacce giunte da un bracconiere che la scorsa primavera aveva pubblicato una foto su Facebook armato di pistola e con un messaggio chiaro: “Farò i conti con la polizia provinciale”. “Condanniamo la giustizia fai da te – conclude il comandante – chiunque effettuerà questi comportanti verrà denunciato all’autorità giudiziaria”.

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