Politica
2 Febbraio 2017
Bene 40 ambiti su 47. Promossi anticorruzione, trasparenza, consulenze, contenimento della spesa del personale

Ispezione in Comune: anomalie per premi immotivati e maxi-dirigenti

di Elisa Fornasini | 5 min

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Ferrara sotto i raggi X del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tre ispettori della Ragioneria Generale dello Stato e del Dipartimento della Funzione Pubblica hanno fatto una radiografia a 360° sulle procedure contabili ed amministrative del Comune estense.

L’accertamento ispettivo, il primo subito dal Comune ferrarese nella scorsa primavera, dal 6 aprile al 13 maggio, ha preso in esame 47 ambiti, dall’anticorruzione alla trasparenza, dal costo del personale alla nomina dei dirigenti, dal bilancio alle consulenze esterne.

Semaforo verde per 40 ambiti, valutati positivamente, mentre gli altri 7 punti di verifica sono stati valutati critici. Se tutto va bene per bilanci, organizzazione degli uffici, prevenzione della corruzione, trasparenza, incarichi di consulenza, contenimento della spesa del personale (ridotta da 53 milioni del 2010 ai 46 milioni del 2015 per 1541 dipendenti) e la retribuzione dei dirigenti (911mila euro per 31 dirigenti), le contestazioni riguardano principalmente alcuni elementi dei ‘premi’ al personale e degli incarichi dei dirigenti.

Prendendo sotto mano la relazione di 118 pagine protocollata l’11 gennaio, andiamo ad analizzare le singoli voci in rosso.

Nel mirino gli incarichi dirigenziali conferiti nel 2011 e nel 2013 dove è stata osservata la loro irregolarità per il superamento del limite quantitativo fissato dal Tuel (testo unico degli enti locali) al 30%. L’ente non avrebbe potuto conferire incarichi per un numero superiore a 8 nel 2011 e a 5 nel 2013, ma ha sforato il limite di una unità nel 2011 e 3 unità nel 2013, avendo conferito negli anni 2011 e 2013, rispettivamente 9 e 8 incarichi dirigenziali a contratto a tempo determinato.

Anomalie anche per l’incarico conferito al Capo di Gabinetto. Il dirigente Giovanni Lenzerini, nominato nel 2010, è diventato un ‘tuttofare’: con una serie di provvedimenti sindacali emessi dal 2010 al 2014 è stato nominato anche dirigente del Settore Attività Culturali, responsabile dell’Ufficio Partecipazioni del Settore Finanze e Bilancio, direttore del Museo della Cattedrale, inoltre gli è stata attribuita la dirigenza dei Servizi “Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea” e “Manifestazioni Culturali e Turismo, Politiche per la Pace”.

Si è così prodotta una irregolare “sovrapposizione di funzioni gestionali ed istituzionali – si legge nel verbale – a quelle di supporto all’attività di indirizzo e di controllo, alle dirette dipendenze dell’organo politico”. Irregolare anche la nomina avvenuta per fiducia, successivamente confermata da una selezione. Eppure “alla luce delle sentenze della Corte Costituzionale, l’attribuzione di incarichi dirigenziali su base fiduciaria si pone in netto contrasto con l’art. 97 della Costituzione e con il principio cardine della distinzione dei poteri di indirizzo politico e di controllo, spettanti agli organi di governo, dai poteri di gestione attribuiti ai dirigenti”.

Dubbi anche sul trattamento economico: “Non appare regolare – prosegue la relazione – che la retribuzione sia stata parametrata a quella prevista dal Ccnl della dirigenza, superando addirittura l’importo massimo della retribuzione di posizione di 45.102,87 euro fissato dal Ccnl del 2010”. Il doppio incarico, di Capo di Gabinetto e dirigente del Settore Attività Culturali, non appare conforme anche per il 2015.

In dubbio anche l’aumento della retribuzione del segretario generale Ornella Cavallari, che per un calcolo sbagliato del cosiddetto ‘galleggiamento’ è stata comparato a quello del Capo di Gabinetto. Infatti “la retribuzione di posizione dello stesso è stata erroneamente ancorata al trattamento economico dirigenziale di Lenzerini, la cui retribuzione di posizione di 66.370,54 euro non risulta conforme alle norme contrattuali”.

Irregolarità anche per alcuni incarichi esterni. Sempre dalla verifica, “non appaiono conformi alla normativa vigente alcuni provvedimenti di conferimento di incarichi di co.co.co. per l’esecuzione di indagini statistiche obbligatorie per l’Ufficio Statistica del Comune e previste nel Programma Statistico Nazionale”. In pratica, sono stati nominati ‘rilevatori’ statistici in contrasto con le disposizioni del regolamento comunale che esclude l’applicazione di questa procedura nei casi di adempimenti obbligatori per legge.

Arriviamo al capitolo dell’autorizzazione allo svolgimento di attività estranee relative al periodo 2012-2016 che “ha fatto emergere particolari irregolarità per quanto riguarda gli incarichi extraistituzionali autorizzati a un istruttore amministrativo che per quattro anni ha svolto attività di consulenza per due società”. In considerazione del lungo periodo di durata dell’incarico viene meno il requisito necessario di ‘temporaneità’ ed ‘occasionalità’ dell’attività extra istituzionale.

Problemi anche sugli incrementi delle risorse variabili, per un importo annuo di 309.524,62 euro dal 2010 al 2015, “che non hanno trovato giustificazione in nessuna particolare certificazione e attestazione rilasciata dal Nucleo di valutazione sulle effettive disponibilità di bilancio dell’ente create a seguito di processi di razionalizzazione e riorganizzazione delle attività, ovvero espressamente destinate al raggiungimento di specifici obiettivi di produttività e di qualità”.

Per quanto riguarda i compensi accessori per produttività individuale, connessi ai progetti di miglioramento dei servizi, “non è stato possibile riscontrare il collegamento tra gli incentivi riconosciuti al personale e gli effettivi incrementi di produttività e di miglioramento quali-quantitativo dei servizi prestati dall’ente”.

E ancora la retribuzione di risultato per i segretari comunali “appare disancorata dal raggiungimento di specifici obiettivi e, data la genericità dei criteri di valutazione adottati, appare fondata più che altro su un complessivo giudizio positivo del modo in cui i segretari hanno svolto le funzioni che la legge riserva loro”. Nessuna valutazione oggettiva, quindi, ma un ‘premio’ per l’attività abbastanza vago.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto – commenta il sindaco Tiziano Tagliani, sostenuto dal vicesindaco Massimo Maisto – perché abbiamo calato la spesa di personale e abbiamo ricevuto un attestato di regolarità sul bilancio e sulla trasparenza. Siamo tranquilli anche per le contestazioni perché dimostreremo la correttezza formale delle procedure, valevoli di interpretazioni per via della diatriba tra enti locali e governo”.

Per questo il direttore operativo Moreno Tommasini sta preparando le controdeduzioni da consegnare in maggio al Mef. “Forniremo chiarimenti su tutti i punti contestati – ribadisce il sindaco -; se le risposte confermano la validità non succede nulla, qualora perdessimo si prefigurerebbero effetti vari come un possibile danno erariale o la riduzione del trattamento economico. Il Comune di Ferrara non spenderà un euro in più in caso di contestazione – mette le mani avanti Tagliani – perché verranno individuate le singole responsabilità dei dirigenti”.

La questione è destinata a trascinarsi nel tempo. A Bologna, tra deduzioni e controdeduzioni, ci sono voluti sei anni prima di rimetterlo al “prudente apprezzamento” della Corte dei Conti.

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