Sport
22 Gennaio 2017
C’è spazio anche per la Spal: “la società è sulla strada giusta, e che bravo mister Semplici”

Parola di Sacchi, tra campioni passati e valori di oggi

di Redazione | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

di Andrea Mainardi

In questo frizzante fine settimana calcistico a forti tinte spalline, un altro evento ha impreziosito la mondanità ferrarese. Arrigo Sacchi, celeberrimo ex ct della nazionale italiana di calcio ed allenatore del leggendario Milan degli anni 90’, è stato ospite del Lions Club di Ferrara nell’ambito di un riuscito ciclo di incontri volti all’arricchimento culturale cittadino. Il nativo di Fusignano ha potuto presentare il suo ultimo libro ‘Calcio totale. La mia vita raccontata a Guido Conti’, arricchendo la serata con svariati aneddoti e considerazioni sul calcio del passato e del presente, e di come quest’ultimo sia lo specchio della società italiana.

Secondo il mai banale ‘Sacchi-pensiero’ “nel calcio italiano di oggi, gli investitori stranieri oltre a portare soldi devono anche portare idee nuove. Siamo una nazione di artigiani in un mondo industrializzato e stiamo vivendo una grossa crisi economica, culturale e morale. Confidiamo sempre più nello straniero e nel singolo per risolvere i nostri problemi collettivi, il seguire i soldi ma avere poche idee è la strada sbagliata. Nello sport come nella società purtroppo anteponiamo la furbizia e la scorciatoia al merito, il nostro è un paese vecchio che faticherà a progredire finché non si proverà ad elevare le persone moralmente”.

Arrivando al campo, il calcio italiano sembra intravedere spiragli di luce, con una nuova e promettente generazione che avanza: “abbiamo la fortuna di avere squadre come Roma, Napoli, Fiorentina, Empoli e Sassuolo che sono orgogliosi del proprio lavoro e della propria filosofia di calcio. Non usano tatticismi o altri ‘mezzucci’, l’estero rimane però un altro pianeta rispetto a noi. Lì il lavoro che in Italia si fa in un mese, lo fanno in una settimana focalizzandosi a 360 gradi sui calciatori partendo già dai tanti centri federali ed accademie giovanili presenti”.

La ricetta di Sacchi allora è quella del coinvolgimento: “un vero leader è colui che sa persuadere e portare tutti verso un’unica direzione. Io sono sempre stato curioso ed aperto all’innovazione, è difficile esser creativi ma io ho cercato sempre di privilegiare la squadra quando il ‘modus operandi’ di allora partiva sempre dal singolo. Al Parma ed al Milan ero preoccupato che gli atleti fossero professionisti seri ancor prima che bravi giocatori, parafrasando Michelangelo infatti credo che il calcio si giochi con la mente, e che i piedi siano solo dei mezzi. Non approvo quando vedo molti tatticismi e squadre che pensano solo alla vittoria. Quando Van Basten mi chiese perché oltre che vincere, dovevamo giocar bene, risposi che la vittoria ottenuta con merito rimane in mente dando autorità morale alla squadra ed alla società. Che è quello che ha oggi una società come la Juventus”.

Nelle parole di Sacchi c’è anche spazio per la Spal: “conosco bene questo ambiente dato che mio padre giocò sia nella Portuense che nella società del presidente Mazza. E’ una società con grande tradizione e che oggi sta intraprendendo un percorso virtuoso basandosi su giocatori italiani. Conosco anche mister Semplici ed ho potuto apprezzare il suo lavoro sin da quando allenava la Primavera della Fiorentina”. La riflessione finale non lascia poi spazio a dubbi: “solo innalzando i valori si è veri vincitori. Noi italiani spesso lo dimentichiamo ma, come diceva Dostojevskij, la bellezza salverà il mondo”.

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