Indiscusso
21 Gennaio 2017

Un popolo di eroi e di imbecilli

di Marzia Marchi | 4 min

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Siamo fritti

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Con il massimo rispetto per chi sta lavorando e per chi è travolto dagli eventi naturali non si può però tacere, in nome della salvezza delle persone e di coloro che li hanno tratti in salvo, che questo Paese è composto da una congerie di persone che possono solo distinguersi in due modi: eroi e imbecilli. Dove gli eroi devono rimediare ai danni provocati dagli imbecilli! Potrei anche scrivere imbelli ma purtroppo si sfora nella vera è propria ottusità, quando non è qualcosa di peggio.

L’emergenza terremoto è attualità, in centro Italia, dal 24 agosto ma potremmo risalire fino al 1997 quando fu semidistrutta la basilica di Assisi. Potremmo risalire perfino a prima ma il terremoto dell’Aquila è un monito che l’Abruzzo e le zone limitrofe non avrebbero dovuto dimenticare, ma poi la terra non ha più smesso di tremare e nessun sismologo o geologo ha mai detto che cesserà!

L’emergenza neve era nota da giorni e 2 metri di neve non si depositano certo in mezza giornata. Ma in Italia, di fronte alla tormenta, si chiudono le strade invece di liberarle, come si chiudono le scuole e si fermano i treni. Così in tutta Italia, a parte il Trentino o la Val d’Aosta, ma lì a dir il vero son poco italiani! Questa è la prassi che ognuno ha potuto constatare anche solo dai notiziari di Onda verde. Peccato che la stessa prassi sia stata sciattamente applicata anche nelle terre che tremano, dove la necessità di fuggire a cercare riparo è quotidianità, dove la struttura morfo-antropologica del territorio richiede grande sicurezza nei collegamenti a causa del predominare di piccoli borghi e disperse aziende agricole.

Ed ecco che al sommarsi dei due eventi scatta la paralisi. Perfino il capo della Protezione civile, Curcio, ha dovuto ammettere che l’emergenza è soprattutto la neve! La neve! Che fior di metereologi avevano previsto per tempo, non l’imprevedibile scossa 5,2!

Si chiudono le scuole, gli uffici, le strade non per ragioni di messa in sicurezza ma per il terrore delle responsabilità che cascherebbero in capo ai dirigenti tuttavia per il business privato non esiste regola: per l’hotel isolato a 1200 metri, in un luogo di dubbia sicurezza, non esistono limiti. Non esiste allerta e la gente pensa di potersi andare a godere l’eccezionale nevicata in tutta tranquillità. Poi la tragedia e la necessità degli eroi a contrastare la pochezza degli imbecilli che alla prima richiesta di aiuto non credono e invece di far partire da subito un elicottero si mette in marcia una lunga colonna di mezzi inutili perché fermati dalla neve su una strada che nessuno si era preoccupato di tenere aperta. Ci vogliono gli scii e le pelli di foca e l’abnegazione di persone pronte a tutto per affrontare una situazione che dopo qualche ora verrà giustamente supportata dall’alto. Le pelli di foca??? Non stiamo parlando di una scalata sul Monte Bianco per raggiungere l’alpinista solitario ma della strada che portava ad un albergo in pieno servizio! Per carità, la slavina avrà fatto la sua parte ma la strada era chiusa, per questo gli ospiti, pur tardivamente resisi conto del pericolo, non hanno potuto andarsene!

Continuiamo in questo paese a comportarci come se la natura, le condizioni meteo, la fragilità di un territorio massacrato dall’’incuria e il rischio sismico, che oggettivamente affligge tutta l’Italia, fossero eventi eccezionali, catastrofi catartiche cui solo gli eroi possono rispondere! Non c’è mai tragedia abbastanza grande per rimettere mano al sistema Italia, fatto di corruzione, speculazione e inefficienza.

I soldi che non ci sono per la prevenzione poi saltano fuori per l’emergenza! Con tutti gli strascichi di tristi corredi giudiziari.

Trepidare di fronte al valore degli eroi che salvano vite in condizioni estreme non può essere il paraocchi che impedisce di vedere le tragedie annunciate dal nostra sistema Paese e non ci si faccia chiudere la bocca dai convenevoli istituzionali del “stiamo facendo il possibile per salvare vite.”

Alla fine arriva sempre l’esercito, quello che assorbe una percentuale considerevole e crescente del nostro Pil per azioni di guerra che la Costituzione non prevede ma che nelle catastrofi arriva sempre in coda.

L’esercito andava mandato nei giorni precedenti le scosse per aprire le strade che la burocrazia amministrativa e politica ha privato dei mezzi necessarie a pulirle. Avremmo evitato la sofferenza che tante persone stanno provando e la tragedia del Resort in odore di abusivismo.

Un pugno di eroi non basta contro una massa di imbecilli!

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