Economia e Lavoro
14 Gennaio 2017
Amici della Carife e Azzerati: “Hanno salvato tutti i risparmiatori tranne noi”

Carife, il festival della discriminazione

di Redazione | 4 min

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“Siamo indignati, anzi inferociti”. Amici della Carife e Azzerati di Carife chiedono equo trattamento tra risparmiatori e, dopo aver incontrato i vari parlamentari ferraresi, scrivono loro una lettera aperta con la quale chiedono di inserire alcuni emendamenti al “decreto milleproroghe” e al “decreto salvarisparmio”.

I portavoce delle due associazioni, Marco Cappellari e Mirko Tarroni, sottolineano come il recente “decreto salvarisparmio” (il dl 237 del 23/12/2016) abbia creato “una nuova situazione di forte discriminazione tra i risparmiatori delle banche in crisi. I risparmiatori azzerati di Carife e, in generale, delle cosiddette “4 banche” ne escono fortemente penalizzati”. Perché? È presto detto.

A fronte del problema comune di ricapitalizzazione, Vecchia Carife (e le altre cosiddette “good banks”) è stata prima posta sotto vigilanza di Bankitalia nel 2009, poi  nel 2010 rafforzata con un primo aumento di capitale; nel 2013 è stata commissariata, nel luglio 2015 ha avuto la possibilità di una ricapitalizzazione da 300 milioni di euro a opera del Fitd che non è stata attuata perché considerata aiuto di Stato. Poi il 22 novembre 2015 è arrivato il Salvabanche “che nulla ha salvato”, c’è stata la risoluzione di Carife, gli investimenti di 28mila azionisti sono stati “inesorabilmente cancellati”, i risparmi di 4.100 obbligazionisti sono stati azzerati, “per poi correre parzialmente ai ripari, ma non per tutti: niente per una quota di obbligazionisti, l’80% di rimborso per chi sta dentro certo parametri (di reddito e patrimonio mobiliare, ndr), ma non per chi ha trasmesso le obbligazioni a moglie e figli. Sette anni di supplizio, zero aiuti di Stato e adesso anche la botta di 400 possibili licenziamenti”. A questo si aggiunge la ‘botta’ finale del taglio di oltre 300 dipendenti su 850.

Per quanto riguarda Monte dei Paschi di Siena invece non vi è stato nessun commissariamento, nessuna risoluzione, nessun licenziamento. “Ora il Governo interviene con oltre 8 miliardi di denaro pubblico e in tutto questo gli azionisti Mps hanno ancora le loro azioni, gli obbligazionisti retail saranno rimborsati al 100% e quelli istituzionali al 75%.

Ma di “discriminazione palese”, come la bollano Cappellari e Tarroni, si pèuò parlare anche nei confronti dei risparmiatori delle vicine banche venete (Popolare di Vicenza e Banca Veneta). In questi casi i risparmiatori gli azionisti hanno visto il valore del titolo ridotto a 10 centesimi, non azzerato, mentre gli obbligazionisti subordinati non sono stati azzerati e hanno ricevuto la proposta di rimborso del 15% del valore di acquisto.

Macroscopica anche la differenza di trattamento con i risparmiatori della Cassa di risparmio di Cesena. Qui la banca è stata ricapitalizzata proprio con l’intervento del Fondo Interbancario (Fitd) negato a Carife, mentre gli azionisti hanno visto il valore del titolo ridotto a 50 centesimi e nessun azzeramento delle obbligazioni.

“A fronte di tali evidenti disparità di trattamento – affermano Amici e Azzerati -, chiediamo la riapertura decreto rimborsi (quello apertosi il 3/7/2016) per dar modo a tutti gli obbligazionisti di ottenere un rimborso integrale dal Fitd senza necessità di istanza di rimborso; l’eliminazione dal decreto rimborsi di tutti i paletti di reddito (35.000 euro nell’anno 2014) e di patrimonio mobiliare minimo al 31/12/15; il rimborso di tutte le obbligazioni subordinate azzerate  dal decreto del 22 novembre (al 100% per gli obbligazionisti retail e 75% per gli obbligazionisti istituzionali; e infine la possibilità, per chi ha già fatto domanda entro il 3/1/2017 di ottenere il rimborso dell’80%, o lo ha già visto accreditato sul proprio conto corrente, di ottenere l’ulteriore 20% azzerato”.

A queste richieste si aggiunge l’ulteriore proposta di una attribuzione, a titolo gratuito, di azioni delle banche ponte e di warrant.

“Il nodo cruciale – sottolinea Tarroni – è che ci troviamo di fronte a discriminazioni che vedono piovere tutele per alcuni, mentre le stesse tutele vengono negate con ragioni incomprensibili ad altri. Non regge il ragionamento che vorrebbe le banche in situazioni differenti. Qui abbiamo avuto ritardi e omissioni che hanno portato Carife a uno stato di dissesto nettamente più avanzato rispetto ad altre realtà come Mps dove si è intervenuti tempestivamente”.

Per Cappellari “dal 24 dicembre ad oggi è successo di tutto. Il decreto “salva Mps” ha messo in luce che quando si vuole si trova una soluzione per tutto. Per sei mesi nel 2015 ci è stato detto che gli aiuti di Stato erano impossibili e ora invece lo Stato stanzia 20 miliardi di cui 8 per Mps”.

Nei prossimi giorni Amici e Azzerati organizzeranno una nuova mobilitazione “e invitiamo tutti a non arrendersi perché questa ingiustizia deve trovare una soluzione nei fatti e non nelle parole”.

 

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