Comacchio
10 Gennaio 2017
La prefettura smentisce le voci sull'ipotesi di usare il terzo piano per ospitare i profughi

Migranti al San Camillo? “Notizia infondata”

di Daniele Oppo | 4 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

(foto di Alessandro Castaldi)

Comacchio. “È una notizia infondata, non è stato preso in considerazione”. Così il Capo di Gabinetto della prefettura di Ferrara, Manuela Milan, mette fine alle voci sul piano per ospitare migranti al terzo piano del San Camillo e non nasconde un certo “stupore” negli uffici di via Ercole I d’Este a seguito della diffusione della notizia.

L’indiscrezione, pubblicata la settimana scorsa da un quotidiano locale come proveniente da “fonte certa”, trova dunque una netta smentita dalla prefettura, il “braccio” del ministero nella gestione territoriale dei migranti. “Abbiamo pubblicato degli avvisi per la manifestazione di disponibilità alla locazione di immobili privati e a tutt’oggi – spiega Milan – ci sono disponibilità per piccole strutture. In questo momento – aggiunge – riusciamo a far fronte a tutte le necessità”.

Già abato scorso il direttore generale dell’Ausl, Claudio Vagnini, aveva affermato a Estense.com di non essere a conoscenza di eventuali intenzioni della prefettura per l’ospitalità, vedendo anzi “poche possibilità” per una soluzione del genere.

Tanto rumore per nulla, dunque: non c’è mai stata dunque alcuna opzione San Camillo – e neppure si parla di altre strutture sanitarie, tantomeno quelle attive – che tanto clamore ha generato a Comacchio, con tanto di sit-in davanti all’ospedale, trasferito poi di fronte al municipio, da parte della Consulta popolare e di molti partiti politici di opposizione in aperta polemica con l’amministrazione comunale.

Sulla questione si registra il duro intervento di Nicola Zagatti, portavoce di un altro comitato, quello per la salvaguardia dell’ospedale del Delta, che parla di “cortina fumogena nel Basso Ferrarese”.

“Eccoci all’ennesima notizia fuorviante inerente la sanità, una notizia che colpisce i ‘non addetti ai lavori’: ovvero la cittadinanza, in questo caso quella del Basso Ferrarese – scrive Zagatti -. […] Da questa notizia alcuni amministratori della cosa pubblica e vertici di partiti politici dichiarano che se la pediatria di gruppo fosse stata attivata , ovviamente al San Camillo, l’eventualità del collocamento dei profughi all’interno del nosocomio non sarebbe più fattibile: ma scherziamo?!? Nemmeno nei migliori racconti di fantascienza si potrebbe immaginare una tale situazione. Non si può procurare un allarme sociale, affermando che dei profughi andranno ad occupare parte di una struttura socio-sanitaria attiva (come l’Ospedale San Camillo di Comacchio): la magistratura dovrebbe immediatamente attivarsi per comprendere la fondatezza delle informazioni rilasciate ed agire, di conseguenza, in rapporto a quanto evidenziato dalle indagini. Non è possibile che l’Ausl di Ferrara non sapesse nulla e che il Prefetto stesse facendo tutto quanto in sordina, non è credibile. E’ venuto il momento che le autorità coinvolte (l’Ausl l’ha già fatto) rilascino comunicati ufficiali per chiarire chi mente in questa vicenda, una vicenda che ha il sentore di ‘terrorismo psicologico’ nei confronti della popolazione comacchiese, specialmente dopo i fatti di Gorino”.

A fare accuse più direttamente politiche è Paola Peruffo, consigliera comunale di Forza Italia a Ferrara: “Quello che sta succedendo in ambito sanitario a Comacchio e, in modo più esteso, nella zona del delta ferrarese, appare quantomeno surreale, anche se in buona parte trova una spiegazione nell’apertura della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione. È sbagliato, oltre che estremamente grave, liquidare come mera bufala giornalistica, l’ipotesi di arrivo di un certo numero di migranti all’interno del San Camillo. Alla luce dei fatti appare chiaro che altro non è stato se non un modo per il Sindaco di Comacchio di gettar fango sui partiti di opposizione, a esclusione del Pd che se ne è ben guardato dal prendere posizione su una vicenda così delicata, e su un gruppo di cittadini che da anni difendono strenuamente l’unico presidio sanitario sul territorio. […] E mentre nell’ancora più nuovo Ospedale del Delta vengono drammaticamente tagliati i reparti di ostetricia e pediatria (conseguenza di ciò: i bambini e le donne in stato di gravidanza, residenti in zona, che necessitano di cure urgenti devono viaggiare fino a Ravenna o a Cona) – conclude Peruffo – l’ultima cosa che mi aspetto dalla classe politica responsabile delle scelte sanitarie regionali, è quella di attaccare la Consulta Popolare del San Camillo a fronte del paventato (ad arte) arrivo di profughi nella struttura”.

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