Economia e Lavoro
31 Dicembre 2016
Obiettivo minimo di 300 esuberi senza ricorrere ai licenziamenti collettivi

Carife, firmato l’accordo: solo esodi volontari

di Redazione | 2 min

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CarifeNessun ricorso alla legge 223 sui licenziamenti collettivi ma esodi incentivati volontari e prepensionamenti per un numero di esuberi tra i 300 e i 350. Sono questi, in estrema sintesi, i contenuti dell’accordo sugli esuberi Carife firmato oggi alle 15.30 da tutti i sindacati presenti al tavolo di trattativa e dall’amministratore delegato di Nuova Carife, Giovanni Capitanio.

Una trattativa lunga, che ha impegnato i protagonisti per diversi giorni, anche fino a notte inoltrata, il cui esito diventa ora funzionale all’acquisto della banca ferrarese da parte del gruppo Bper. L’accordo così siglato – che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei dipendenti il 3 o 4 gennaio 2017 – prevede che 94 dipendenti potranno accedere al Fondo esuberi andando in prepensionamento con uno scivolo di 5 anni. Poi gli esodi volontari con incentivi, che garantiscono tre anni di stipendio, ai quali si potrà eventualmente aggiungere, per chi lo riterrà, il ricorso al fondo emergenziale che garantisce due anni di contributi con incentivi però ridotti.

“L’obiettivo minimo dell’azienda – riferisce Maria Teresa Ruzza, segretaria nazionale Uilca – è quello dei 300 esuberi. Se non si raggiungerà tale obiettivo, dice l’azienda, il piano non verrà applicato. Non sappiamo quale sarà la reazione dei dipendenti, quindi anche noi staremo a vedere quale sarà l’adesione. Oggi il lavoro in banca è diventato molto faticoso, quindi, come accaduto in altre situazioni, le adesioni non dovrebbero mancare. Nel caso non si dovesse raggiungere il numero minimo di uscite si ricorrerà allo scivolo di sette anni per la pensione, che riguarderebbe circa 40 persone, anche se si tratta di una misura più costosa per la quale si dovranno trovare risorse”.

Il termine per le adesioni è il 18 gennaio e già il 23 gennaio è prevista una verifica tra azienda e sindacati.

“Sottolineo – aggiunge Maria Teresa Ruzza – che si tratta esclusivamente di esodi volontari. Ci tenevamo molto, anche per non creare precedenti. Crediamo di aver fatto un buon lavoro, per quanto la situazione non sia allegra. Con la prospettiva per la città di poter mantenere una banca del territorio con l’esperienza dei dipendenti che rimarranno”.

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