Economia e Lavoro
15 Dicembre 2016
Fp Cgil e Cisl Fp chiedono una serie di impegni alle direzioni generali in materia di assunzioni e integrazione

Sanità e personale in sofferenza, sindacati all’attacco

di Redazione | 4 min

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unnamedPolitiche occupazionali disattese, personale ‘spremuto’ con aumenti dei carichi di lavoro in “ambienti peculiari” come le sale operatorie e i reparti d’urgenza, integrazione ancora limitatissima fra le due aziende sanitarie: è un quadro assai poco confortante, se non disastroso, della sanità ferrarese quello tratteggiato da Fp Cgil e Cisl Fp, sigle sindacali che tuttavia sembrano ancora titubanti nell’annunciare scioperi, o quantomeno stati di agitazione del personale, limitandosi al momento a un semplice elenco di richieste di impegno alle direzioni generali di Azienda Usl e Azienda Ospedaliero Universitaria.

Le ‘lamentele’ dei due sindacati sono tutte contenute in una nota inviata alla stampa dopo gli incontri sindacali svolti in Azienda Usl il 6 dicembre e in Azienda Ospedaliero Universitari il 13 dicembre, nella quale si sottolinea che Fp Cgil e Cisl Fp “ritengono che l’accordo regionale relativo alle politiche occupazionali sottoscritto in data 2 novembre sia stato disatteso, in quanto pur rilevando l’impegno nell’elevazione del turnover oltre il 90%, dopo anni di quasi “immobilismo” nelle assunzioni, questo è tutto a tempo determinato e non si trova riscontro riguardo le assunzioni extraturnover”. “Inoltre – viene spiegato dai sindacati – l’accordo regionale ha come obiettivo quello di diminuire in modo significativo la presenza di personale a tempo determinato, mentre rileviamo una tendenza di entrambe le aziende nettamente contraria, infatti siamo passati da 54 tempi determinati a fine 2015 agli attuali 90 per l’Azienda Usl e per l’Azienda OspedalieroUniversitaria da 46 agli attuali 140″.

La richiesta avanzata alle direzioni generali, in questo caso, è quella di “un reale impegno per stabilizzare tutte queste assunzioni a tempo determinato nell’anno 2017 e mantenere tutto il contingente assunto in modo da garantire la copertura del personale necessario ad assicurare i livelli di adeguatezza ed efficienza del sistema, in considerazione del tasso di assenza causato da un aumento esponenziale dell’invecchiamento del personale e al fine di mantenere i servizi in essere, altrimenti il rischio che noi ravvisiamo sarà il depotenziamento inesorabile dei servizi“.

Per quanto riguarda il personale tecnico amministrativo Cgil e Cisl hanno chiesto di valutare nuove assunzioni “vista la grave carenza a causa del lungo blocco del turnover e data l’indicazione regionale di valutare a livello locale questa opportunità”. Per i due sindacati “non è accettabile rinviare la valutazione alla conclusione del processo di integrazione dei Servizi Comuni, in quanto alcuni servizi sono in forte sofferenza“. “I servizi tecnici amministrativi – viene infatti spiegato – sono parte integrante del buon funzionamento dei servizi sanitari. Sono i primi sui quali è stato intrapreso il percorso di integrazione tra le due aziende, per ora però sulla carta, perché nella realtà ad oggi di integrazione c’è ben poco e questa scelta non può ricadere sui lavoratori, e ne abbiamo avuto la prova tangibile in questi due incontri, dove a distanza di più di un anno nessuna delle due Aziende è in grado di darci risposte sulle assunzioni di personale di questi servizi. Il buon funzionamento del nostro servizio sanitario passa necessariamente attraverso l’investimento sul personale tutto, chiediamo un grande e reale impegno in merito ad assunzioni stabili“.

“Riteniamo – aggiungono – che ad incontri sindacali di tale importanza, dove non si può parlare esclusivamente di numeri, le assunzioni non hanno valenza solo amministrativa, ma si affrontano temi di politica sanitaria, anche se il direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria (Tiziano Carradori, ndr) non concorda con tale affermazione, debbano essere necessariamente presenti anche il Direttore Generale e il Direttore Sanitario. Le decisioni in merito al personale sono materia di politica sanitaria. Questi sono problemi dei quali si deve occupare la Direzione Generale, piuttosto che pensare di normare diritti sanciti per legge, quali la legge 104 (norma l’assistenza, l’integrazione sociale e diritti delle persone disabili e di chi le assiste) o la legge 151/2001 (tutela e sostegno della maternità e della paternità)”.

La valutazioni conclusive dei due sindacati si concentrano infine sui carichi di lavoro, sul piano di rientro dell’Azienda Ospedaliera e sulla mancata integrazione delle due Aziende sanitarie della nostra provincia: “Consapevoli delle difficoltà economiche alle quali la sanità ferrarese è sottoposta, a causa della recente entrata in piano di rientro dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e che ricade inevitabilmente anche sull’Azienda Usl, chiediamo che non siano i cittadini in primis e le lavoratrici e i lavoratori di queste due aziende a pagarne le conseguenze. L’atteggiamento dell’Azienda Ospedaliero Universitaria nei confronti dei lavoratori sta diventando inaccettabile: assistiamo a un costante aumento dei carichi di lavoro in ambienti peculiari come le sale operatorie e i reparti d’urgenza. Luoghi dove non si può ragionare utilizzando sistemi di efficentamento e razionalizzazione perché ne vale la vita delle persone. Sentiamo parlare da tempo ormai di integrazione tra le due Aziende, presentata come unica strada da intraprendere per garantire la sopravvivenza del sistema sanitario ferrarese, ma non vediamo nei fatti alcuna reale intenzione di percorrerla. L’integrazione è sicuramente necessaria, ma va costruita con reale impegno da parte di entrambe le Direzioni in modo assolutamente paritario, a garanzia non solo dei nostri ospedali, ma soprattutto dei servizi territoriali oggi in difficoltà, ma che rappresentano la risposta ai bisogni di salute dei cittadini”.

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