Economia e Lavoro
12 Dicembre 2016
Il punto della situazione della Fiom su Berco, Lamborghini Calor, Vm, Tecopress e Tecno Plants

Aziende metalmeccaniche, si chiude un anno ‘maledetto’

di Redazione | 5 min

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berco sciopero 2016 1E’ stato un anno ‘maledetto’ per le imprese della nostra provincia, soprattutto per quanto riguarda il settore metalmeccanico. L’anno che sta per chiudersi lascerà diverse questioni irrisolte da affrontare anche nel 2017, dalla Vm di Cento alla Berco di Copparo, passando per Lamborghini Calor, Tecopress e Tecno Plants.

A fare il punto della situazione è il segretario provinciale della Fiom Cgil, Samuele Lodi, al quale, in veste di sindacalista, gli impegni nella nostra provincia non sono certo mancati.

A partire dall’impegno forse più gravoso, quello legato al caso Berco, dopo l’annuncio shock dei 365 esuberi e l’avvio, sofferto, di un confronto tutt’ora aperto. Un tavolo di trattativa che si è prospettato da subito lungo, per volontà stessa dei sindacati: “L’azienda – spiega Lodi – ha accettato il confronto perché probabilmente sperava puntassimo solo alla discussione sugli ammortizzatori sociali e sugli incentivi all’esodo, invece stiamo conducendo la discussione su un orizzonte più vasto, legato anche alle prospettive future e alla riduzione del numero di esuberi. Per quest’ultimo aspetto è quindi necessario analizzare nel dettaglio ogni singolo settore, entrando nel merito. Qualche risultato lo stiamo ottenendo. Lunedì è previsto un nuovo incontro durante il quale si parlerà dei settori della logistica e della manutenzione”.

Se Berco rappresenta l’impegno più gravoso per i sindacati, la Lamborghini Calor di Dosso di Sant’Agostino è invece la situazione aziendale più grave da affrontare, con il gruppo Ferroli intenzionato a chiudere lo stabilimento entro i primi mesi del 2017 e trasferire nella sede di Verona una metà degli 80 dipendenti, con cassa integrazione per l’altra metà. In questo caso la strategia dei sindacati punta all’ambizioso obiettivo di indurre il gruppo a mantenere in vita lo stabilimento presentando un ‘piano di salvataggio‘: “Ne discuteremo a gennaio in Regione – riferisce Lodi – al tavolo di confronto al quale il gruppo Ferroli ha accettato di partecipare. La nostra proposta prevede di convertire lo stabilimento in un polo logistico e dei ricambi al servizio dell’area europea coperta dallo stesso gruppo, struttura che Ferroli ha già in animo di realizzare. In questo modo, oltre a evitare la dismissione dello stabilimento, si conserverebbero anche i posti di lavoro, altrimenti destinati a scomparire del tutto, visto che non credo vi sia la possibilità per tanti dipendenti di affrontare la trasferta a Verona”.

Non è una situazione grave, ma preoccupa il sindacato, quella della Fca-Vm di Cento. A preoccupare, da una parte, il continuo ricorso alla cassa integrazione, dall’altra il calo dei volumi di produzione. Al momento l’unica nota positiva, dopo mesi di incertezza, riguarda il rinnovo dei 128 contratti a tempo determinato fino a luglio. “L’azienda continua a sostenere che nel 2017 la produzione migliorerà – commenta Samuele Lodi – ma noi non abbiamo elementi per poter confermare questa loro previsione. Già ora a Cento la produzione del motore 4 cilindri è ferma, mentre quella del 6 cilindri è ridotta del 50%. Inoltre tutti gli osservatori dicono che quello del motore diesel è un mercato che va verso l’esaurimento e la chiusura, per scelta industriale o per vincoli di emissione. Tant’è che alcune case automobilistiche hanno già annunciato che interromperanno nel 2025  la produzione di auto alimentate a diesel. Ormai quasi tutti i Paesi si stanno orientando verso i motori ibridi, e non mi sembra che su questo versante la Fiat-Fca stia facendo passi avanti”. Ad ogni modo, per dare conto della cassa integrazione di gennaio e parlare di modifiche sulla turnistica e sugli orari di lavoro, l’azienda ha dato appuntamento al sindacato per mercoledì 14 dicembre.

Notizie parzialmente positive arrivano invece dalla Tecopress di Sant’Agostino, per la quale si è chiuso positivamente il piano di concordato preventivo attivato in seguito alla crisi dell’azienda da prima del sisma e poi in pesante crisi di liquidità dopo il terremoto che portò al crollo di due terzi dei capannoni. Restano però alcuni elementi di criticità che la Fiom ha ben presente e sui quali intende vigilare: “Sono calati i volumi di produzione e sono state chiuse alcune commesse con clienti storici – riferisce Lodi – quindi c’è forte preoccupazione per il futuro. L’azienda in ogni caso ha dimostrato di esserci e di voler mantenersi in salute, tanto da essersi impegnata per la ricostruzione: tra il 2017 e il 2018 dovrebbe essere prevista l’inaugurazione del nuovo stabilimento”.

Una situazione alquanto compromessa è invece quella della Tecno Plants, azienda metalmeccanica che lavora al polo chimico di Ferrara con un appalto per la manutenzione impianti per Versalis (Eni). “La situazione finanziaria dell’impresa – spiega Lodi – è tale da avere come prospettiva la liquidazione dopo anni di progressiva difficoltà”. L’azienda fa parte di un’Ati che lavora per Eni Versalis ed è lo stesso Comune di Ferrara, attravero l’assessore Ferri, ad essersi attivato con Versalis per capire se ci sia la possibilità di far sì che Eni liquidi direttamente l’azienda che è rimasta nell’Ati (quindi Metalservice) e che attualmente sta lavorando sulle manutenzioni, anche occupando una parte dei lavoratori di Tecno Plants proprio per fare in modo che subentrino direttamente nell’appalto.

“Ci sono comunque, e per fortuna, anche casi di imprese che operano in una situazione positiva – conclude Lodi – e mi riferisco ai casi di Fava e Baltur Cento, ma anche dell’area Sipro, al netto delle difficoltà della Fox Bompani, ancora in concordato, che stiamo seguendo con attenzione”.

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