“Se davvero avete un progetto alternativo e qualcuno disposto a investire 40 milioni presentatemelo:
lo porterò da Parnasi a mie spese. Altrimenti siamo nel campo delle chiacchiere”. È secca la replica del
sindaco Tiziano Tagliani a Lega Nord, Gol, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, che durante l’ultima commissione consiliare hanno continuato a chiedere un piano alternativo al progetto di social housing al
Palaspecchi.
I giochi stanno volgendo al termine e, come in una partita di scacchi, le mosse si fanno sempre più forzate: da un lato il progetto appoggiato dal Comune e finanziato dalla Cassa depositi e prestiti, che si appresta a deliberare l’investimento dopo aver ricevuto venerdì scorso le fidejussioni dal gruppo Parnasi (ne dà l’annuncio Tagliani in commissione).
Sul fronte opposto i partiti di opposizione, che chiedono il pignoramento dell’intero complesso abbandonato – in virtù dei debiti fiscali della proprietà verso il Comune – e una successiva vendita all’asta del terreno bonificato.
Tagliani: “Se avete qualcuno disposto a investire 40 milioni
presentatemelo: lo porterò da Parnasi a mie spese”
In entrambe le opzioni non mancano i dubbi e le perplessità. Il progetto di social housing è frutto di interminabili trattative e compromessi tra l’amministrazione pubblica e la società Ferrara 2007 (proprietaria del’ex direzionale di via Beethoven), che fa capo al Gruppo Parnasi. Debiti verso il Comune, conti dissestati fino allo scorso luglio, richieste di sgombero completamente ignorate, mancata esecuzione delle ordinanze di bonifica: la proprietà dell’immobile non ha fatto davvero mancare nulla nell’alimentare le polemiche dell’ultimo anno e mezzo. Al punto che – promette Tagliani – il 23 dicembre, quando scadrà l’ultima ordinanza di bonifica, il Comune farà partire i lavori al posto della società per poi rivalersi (civilmente e penalmente) sui suoi responsabili legali.
Ma sarà davvero possibile rivalersi su Ferrara 2007? L’incognita è rappresentata dalla posizione degli altri creditori, in primis la Banca Popolare di Bari che, vantando ipoteche sugli immobili della società, si trova nella condizione di creditore privilegiato. Il rischio insomma è che – pur con una vittoria in giudizio – a Ferrara 2007 non rimanga alcun bene ‘aggredibile’ dal Comune.
E le proposte dell’opposizione? In assenza di progetti o investitori alternativi cade nel vuoto l’appello ripetuto più riprese dal sindaco in commissione: “Parnasi non vede l’ora di liberarsi di questo immobile, come me peraltro, quindi se avete idee diverse ben vengano. Ma finchè c’è solo una trattativa in campo, io la perseguo fino alla fine”. I gruppi di opposizione puntano quindi su una acquisizione (anche ‘forzosa’) del Palaspecchi da parte del Comune, seguita dalla sua demolizione e dalla messa all’asta del terreno. Fugata l’ipotesi di un sequestro conservativo proposta dal Movimento 5 Stelle (non sussistono i presupposti legislativi), resta quella del pignoramento, vista positivamente dai partiti di centrodestra.
Rivalersi su Ferrara 2007? L’incognita è rappresentata
dalla posizione degli altri creditori
Ma che costerebbe risorse pubbliche (la differenza tra il valore del lotto e il debito della proprietà verso il Comune) per poi sfociare nella grande incognita delle aste giudiziarie: se non si presentasse alcun nuovo investitore in quel frangente, il Comune si ritroverebbe ‘sul groppone’ lo storico fardello dei Parnasi. “Non ho intenzione – replica Tagliani – di pagare una banca per acquistare qualcosa che poi dovremo demolire, a meno che qualcuno di voi non voglia accompagnarmi. Se dobbiamo creare un danno erariale di diversi milioni di euro occorre anche metterci la faccia“. Non si alzano volontari. Si prosegue con il piano A: il 23 dicembre, se Ferrara 2007 non avrà ultimato la bonifica, il Comune subentrerà nei lavori.
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