Politica
6 Dicembre 2016
L'appello del sindaco in Consiglio comunale: "Serve creare le condizioni per le quali qualcuno venga qui"

Tagliani: “Per Carife non c’è la fila, serve unità”

di Redazione | 3 min

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unnamed (1)“Possiamo dividerci sul quartiere Giardino, sul Palaspecchi, sulle buche, le scuole. Ma almeno su questo tema vi chiedo di fare uno sforzo: un applauso in meno ma una chance in più. Serve unità. Serve che qualcuno si sieda al tavolo e ad oggi siamo distanti da questa ipotesi”. È l’appello del sindaco Tiziano Tagliani alle forze politiche del Consiglio comunale e all’intera città per trovare una soluzione alla difficile situazione di Carife, che tradotto significa preparare il terreno fertile per l’arrivo di un acquirente.

L’occasione è l’ordine del giorno (emendato dal M5S) presentato con carattere d’urgenza dal consigliere di Sinistra italiana Leonardo Fiorentini (e votato a larga maggioranza, con le sole astensioni di Alessandro Talmelli e Pietro Turri del Pd).

Quello di Tagliani è un intervento accorato, che non rinuncia a punzecchiare l’opposizione (Giovanni Cavicchi della Ln in particolare che ha definito il trattamento riservato a Carife una “rapina”) per aver cercato e ottenuto gli applausi del pubblico presente (alcuni risparmiatori azzerati) nel tentativo di smuovere le coscienze politiche verso un passo diverso: “Questa città se deve fare un salto lo deve fare proprio su Carife”, afferma.

Questo perché è necessario creare le condizioni per trovare un acquirente, e per questo invita ad “aprire le braccia a chiunque venga: non c’è la coda di acquirenti fuori dalla porta”.

L’odg impegna il sindaco a “vigilare sul processo di cessione della banca e richiedere la presentazione da parte del soggetto acquirente di un serio piano industriale che garantisca la continuità dell’azione di istituto di credito sul territorio, a garanzia sia della tenuta dei livelli occupazionali e dell’efficienza della banca, sia del tessuto economico locale”, ma Tagliani  chiaro sul punto: “Io lo voto ma bisogna che ci intendiamo: se vuol dire che cerchiamo qualcuno che compra la Cassa di risparmio e non licenzia nessuno stiamo prendendo in giro i lavoratori, i cittadini ferraresi e noi stessi. Anche un bambino sa che oggi andare a dire che il consiglio comunale non vuole licenziamenti significa che un acquirente, e non so se c’è, farà marcia indietro e se ne tornerà da dove è venuto. Le banche non hanno voglia di aprire contenzioso con il territorio”.

“Serve creare le condizioni per le quali qualcuno venga qui – continua Tagliani -, pensi di fare un affare, acquistare una banca che ha costi enormi e che  bisogna dare una chance in più ai vecchi azionisti. Ma se la città non è d’accordo e si battibecca come i capponi di Renzo, allora non c’è un futuro roseo. Capisco – prosegue – che qualcuno possa pensare che andando al governo qualcun altro possa cambiare tutto, ma vi assicuro che non è così: non prendiamo in giro la gente, altrimenti lo mettiamo per iscritto, facciamo programma elettorale ,ma non sento da nessuno impegni precisi ed efficaci”.

Non manca l’atto d’accusa, ormai noto: “Ricordo che se Carife non è messa come le altre è perché le categorie economiche di questa città l’hanno mal governata con operazioni sbagliate per decine di milioni di euro. La nostra crisi nasce da lì e bisogna avere il coraggio di dirlo, è la crisi di una banca occupata da categorie economiche: industriali, artigiani e soprattutto agricoltori. Se non cominciamo a dire alla gente le cose come stanno, facciamo fatica a capire come non ricadere nel solito errore”. Dal sindaco ribadite le critiche anche al commissariamento, all’introduzione del bail-in e alla vigilanza di Abi e Bankitalia.

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