Francesco Rendine

“Sembra esistano possibilità concrete che 80 migranti possano trovare collocazione presso l’ex ospedale San Giorgio”. A darne comunicazione, appresa da “notizie informali”, è il consigliere comunale Francesco Rendine (Gol) in una interpellanza dal titolo inequivocabile: “Basta coi migranti a Ferrara”.

Il documento si basa sulla presunta possibilità che il San Giorgio diventi un centro di accoglienza. Tanto basta per “allarmare la popolazione della zona, alla quale si associa il movimento Gol, che lamenta che un numero così elevato di stranieri potrebbe compromettere il quieto vivere della zona generando problemi di ordine pubblico”. Visto il “tentativo, peraltro riuscito con l’ospedale di Cona, di spingere sempre più i ferraresi verso la periferia e contemporaneamente di stabilizzare quanti più stranieri in città creando crescente disagio e malessere”.

Per questi motivi Rendine interpella il sindaco e l’assessore delegato (Chiara Sapigni, ndr) per sapere “se sia vero che l’ospedale San Giorgio possa essere utilizzato per l’accoglienza dei migranti; se per detta struttura sono stati predisposti controlli di agibilità da parte degli enti preposti; su ritenga opportuno iniziare una seria politica di opposizione alle disposizioni ministeriali che prevedano ulteriori innesti di stranieri in un territorio che è già in un grave stato di sofferenza.

Domande che abbiamo girato proprio alla Sapigni che però smentisce in toto l’ipotesi. “Non ci risulta niente di tutto ciò e non stiamo pensando in questo senso – replica l’assessore all’Immigrazione. L’ex ospedale è un immobile disabitato da 12 anni, fare i lavori e cambiare la destinazione urbanistica sarebbe troppo oneroso”.

Si tratterebbe di una notizia priva di fondamento, quindi, ma non è la prima volta: “Ogni tanto saltano fuori queste notizie, a cadenza ciclica. L’altra volta si era parlato di ospitare i migranti nell’ex caserma di Cisterna del Follo – ricorda Sapigni -, questa volta è toccato all’ex San Giorgio. Ribadiamo che non ci sono nuove accoglienze nel senso che non ci sono nuovi immobili destinati all’accoglienza rispetto a quelli già in uso. Stiamo stringendo i posti e continuando con il ricambio, chi finisce il percorso di accoglienza lascia il posto a chi arriva “.