Politica
6 Dicembre 2016
Vitellio: "Abbiamo provato a cambiare la politica e il popolo si è espresso chiaramente in altra direzione". Lega e M5S festeggiano

Il giorno dopo il voto. Le reazioni all’esito del referendum costituzionale

di Redazione | 6 min

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Alan Fabbri e Luigi Vitellio

Alan Fabbri e Luigi Vitellio

Il tono di tutte le reazioni è quello da “day after”. Per alcuni un successo da festeggiare, per altri una battuta d’arresto da cui ripartire. In Emilia Romagna ha prevalso il Sì, ma in provincia di Ferrara le consultazioni di domenica consegnano un quadro in cui a dominare è il No alla riforma voluta da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi.

Il tonfo del fronte del Sì non è stato particolarmente duro in città e in provincia ma ha segnato un distacco dalle previsioni dell’amministrazione che ha scatenato le reazioni delle opposizioni. È Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale, a declinare il voto referendario su scala locale: “Questo risultato deve aprire necessariamente una seria riflessione nel Pd – aggiunge Fabbri –, la gente ha votato per difendere l’autonomia dei territori e della Regione, evitando un affondo antidemocratico”. Il risultato regionale, per la verità, ha visto prevalere i Sì alla riforma costituzionale, ma dalle opposizioni piovono critiche sia all’indirizzo dell’amministrazione comunale ferrarese sia a quello del presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

Sono i 5 Stelle a rilanciare su quest’ultimo punto: “Anche se in Emilia-Romagna il Sì ha prevalso per pochi voti, crediamo che la spaccatura uscita dalle urne dimostri il totale fallimento politico di chi ha sostenuto fin dalla prima ora questa scellerata riforma – precisa in una nota il capogruppo pentastellato Gianluca Sassi –  con il voto di ieri i cittadini hanno detto chiaramente che sono stanchi di essere presi in giro dal Pd e da chi sta governando a suon di bugie a Roma come in Emilia-Romagna. Serve un cambio di rotta, basta bluff. Il presidente Bonaccini,  finita l’era renziana,  chissà verso quali nuovi lidi politici si starà dirigendo, si faccia un bel bagno di umiltà”.

Ilaria Morghen

Ilaria Morghen

Non ci va più leggera la collega in consiglio comunale: “E’ stato il trionfo della democrazia, ha vinto Davide contro Golia – annuncia Ilaria Morghen -. Al Pd che ha promesso compensi di ogni tipo, mancette elettorali poco credibili, controllando l’informazione, il popolo ha reagito scendendo in piazza insieme all’opposizione. Vorremmo andare a elezioni a breve con i correttivi della legge Italicum e sono d’accordo con Beppe Grillo che ha già messo il punto che si riparte dall’energia”.

Il vicino di scranno della Morghen, Federico Balboni, parte con i “ringraziamenti agli elettori per l’affluenza e per il dato di partecipazione che ci ha distinto in tutta Italia. Siamo soddisfatti del risultato perché crediamo che il nostro lavoro sul territorio possa aver influenzato il numero di votanti e il tipo di risposta al referendum. Se c’è qualcuno che doveva pagare ha pagato, ora la situazione è critica perché fra le varie eredità di Renzi abbiamo la difficoltà di andare subito al voto. Le elezioni immediate sono la nostra priorità. Comunque non credo che ci saranno ripercussioni a livello locale perché c’è spirito di adattamento”.

Paola Peruffo

Paola Peruffo

Per Paola Peruffo di Forza Italia, invece, “scatta l’ora zero sia sul piano locale che nazionale”. “Si è trattata di una protesta sociale più che politica – nota la consigliera forzista nonché coordinatrice provinciale del Comitato per il No -, la protesta della gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, delle donne discriminate, di chi non crede nelle bugie renziane. Il disagio sociale ha determinato la vincita del no contro Renzi, circondato da ministri di poco conto e da voto di scambio e promesse che non sono serviti”.

Sul fatto che si sia “votato molto più sull’antipatia o simpatia nei confronti di Renzi che non sulla sostanza” è il pensiero anche di Francesco Rendine (Gol). “Si è sentito parlare tanto di un uomo solo al comando ma di fatto è così da Berlusconi a Renzi, nominati dal capetto. Il problema è l’accentramento di molti servizi e quando lo Stato tende a riorganizzare peggiora le cose. Ero un rappresentante del Comitato per il No, anche se molti punti del referendum li condividevo come la diminuzione dei senatori. L’errore è stato non spacchettare il referendum e mostrare il zuccherino nascondendo la supposta. Adesso non ci sarà niente di nuovo, non faranno saltare il governo fino alla fine della legislatura per non perdere il vitalizio”.

“Chi parla ha fatto una campagna elettorale nel merito ma ha pesato di più il giudizio sul governo che il resto – conferma Leonardo Fiorentini (indipendente SI) , secondo cui ora “si aprono urgenze istituzionali come approvare la legge di bilancio, di una legge sotto schiaffo della Corte Costituzionale che si è espresso sull’Italicum, ma dobbiamo prendere anche un impegno nei confronti dei cittadini”.

Giovanni Cavicchi

Giovanni Cavicchi

Il punto di vista della Lega Nord è chiaro ed è stato ribadito dal consigliere Giovanni Cavicchi che si dice “espressione di Salvini” e quindi chiede “elezioni subito”. “Vedremo se la svolta dell’elettorato ci segue anche sulle elezioni politiche” annuncia Cavicchi che parla di una “vittoria voluta e sofferta”, avendo “dato l’anima per il contrasto alla prograpanda elettorale della sinistra. Era tanto che non uscivo soddisfatto da un seggio elettorale per l’affermazione delle idee. Il no è stato un successo anche in elettorati e seggi dove prima il centro destra era in lotta costante”.  L’affluenza ai seggi riempie di orgoglio anche Paolo Spath (Fratelli d’Italia): “Gli italiani dopo ormai tanto tempo sono finalmente tornati a votare in massa e hanno scelto di difendere il proprio diritto di voto, la Costituzione, la libertà di scegliere e di eleggere i propri rappresentanti”.

Il terremoto politico ha fatto tremare il Pd dalle fondamenta. “Abbiamo provato a cambiare la politica e il popolo si è espresso chiaramente in altra direzione – commenta il segretario provinciale Luigi Vitellio -. Facciamo tesoro del risultato, è un punto di riferimento delle persone che hanno creduto nel cambiamento e miglioramento della situazione attuale. Speriamo che Renzi rimanga segretario del Pd e poi vedremo i prossimi scenari. Speriamo non ci siano governicchi e si vada presto al voto per dare la possibilità ai cittadini di scegliere il proprio governo”.

Il “day after” non riguarda però solo il mondo politico. Sulla questione intervengono anche i No Salvabanche con un “no che non è rappresentato da nessuna istituzione, perché non abbiamo più alcuna fiducia nelle istituzioni: d’ora in avanti, più che mai, devono capire che non accetteremo che le decisioni che ci riguardano vengano prese sulle nostre teste. Per vincere la guerra, dobbiamo continuare su questa strada, con le nostre forze e la nostra determinazione. Già oggi saremo al consiglio comunale di Ferrara, dove è previsto un punto di discussione sulla vendita di Carife – anticipano i risparmiatori azzerati -. Saremo lì per far sentire la nostra voce, per dire che Tagliani ha tradito le sue promesse e che è complice di quello che è successo, così come complici sono tutti coloro che per un anno hanno preferito fare i portaborse del Pd anziché battersi per la verità. Dovrebbero tutti seguire Renzi e andarsene a casa”.

Soddisfazione anche per Usb scuola: “I lavoratori della scuola bocciano il governo che ha imposto loro la legge 107, l’alternanza scuola-lavoro, gli ambiti territoriali, il bonus di valutazione, la chiamata diretta dei presidi e la mobilità coatta. I cittadini con un no netto e chiaro sono intervenuti a difesa dei diritti politici e sociali sanciti dalla Costituzione antifascista”.

“Oggi è un buon giorno per l’Italia: vince la Costituzione democratica e perdono affaristi e banchieri” è l’annuncio lanciato da Usb Ferrara – Gilberto Sisini, Marco Fabbiani e Antonio Ferrucci – secondo cui “la sconfitta di Renzi segna una importante battuta d’arresto dello strapotere del capitalismo finanziario, delle sue banche d’affari e della UE/Germania, che lo sostenevano a spada tratta. Il rischio per il nostro paese questa volta è stato grande ma la maggioranza degli italiani non si sono fatti ingannare dalle sirene di un cambiamento falso,dannoso per la democrazia. Lo hanno capito anche in provincia di Ferrara dove il No ha prevalso contro le previsioni”.

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