Attualità
4 Dicembre 2016
Dopo più di 30 dalla chiusura, parte il percorso partecipato per un 'laboratorio aperto'

Il teatro Verdi ‘rigenerato’ riapre nel 2019

di Redazione | 3 min

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L’ex Teatro Verdi riapre – per qualche ora – per mostrarsi nudo e crudo e dirsi pronto ad essere abbigliato. Prende infatti avvio oggi, con la visita guidata e la successiva relazione sul processo di rigenerazione, il percorso partecipato che porterà alla completa riapertura dell’ex Teatro “ad inizio 2019, speriamo”, come annuncia l’amministrazione.

Nato dai disegni dell’architetto Giovan Battista Aleotti nel 1605, poi distrutto da un incendio e ricostruito, il teatro così come lo conosciamo noi oggi fu inaugurato nel maggio del 1913: andò in scena, in quell’occasione, l’Aida di Giuseppe Verdi. Dopo vivaci stagioni teatrali – “negli anni ’40 – ricorda lo storico Francesco Scafuri nel suo excursus – ospitò anche la compagnia di Totò e Anna Magnani” – la sua popolarità scemò nel tempo e fu chiuso definitivamente nel 1985. Da più di trent’anni, dunque, aspetta il suo pubblico. E ora diventerà un ‘Laboratorio Aperto’.

Il progetto integrato che restituirà alla fruizione lo stabile, coordinato dal Comune di Ferrara con la consulenza dei progettisti esterni di ‘Cultura della Città / Città della Cultura’ (Cc/cc), rientra nei finanziamenti regionali del progetto per l’attuazione dell’Agenda urbana – il Por Fesr Asse 6, che individua la priorità di intervento ‘Città attrattive e partecipate’ (Asse 6) del Programma operativo regionale (Por) – Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2014-2020.

Ferrara, come i restanti otto capoluoghi in Regione – a cui si aggiunge anche Cesena – è destinataria di 3 milioni di investimenti, cui si sommano 750 mila euro di co-finanziamento comunale. Come spiegato dall’assessore alle Relazioni Internazionali e Progettazione Europee Caterina Ferri, “due milioni sono destinati alla ristrutturazione della struttura, 1,4 per la gestione e i restanti saranno usati per promozione e comunicazione”.

Gli spazi del Teatro saranno finalizzati alla diffusione e alla promozione della conoscenza del patrimonio culturale attraverso le tematiche della mobilità sostenibile; e questo, a Ferrara, significa bicicletta. La spazialità della struttura non sarà stravolta: si immaginano aree a diversa temperatura per le diverse tipologie di attività (Bike Cafè, info point, aree di co-working, spazi per i maker) e una platea “come una vera e propria piazza urbana” – evidenziano Sergio Fortini ed Elisa Uccellatori (Cc/cc) – ma la protagonista, con un museo ad hoc dedicatole, sarà proprio la due ruote.

Dalla Regione fanno sapere che le parole d’ordine sono “innovazione dal basso e forme di progettazione partecipative” e che è già in cantiere una Rete regionale dei Laboratori Aperti per legare “le dieci esperienze ed essere parte integrante delle politiche regionali, con particolare riferimento all’Agenda digitale”, evidenzia Daniela Ferrara (Autorità di gestione Por-Fesr Emilia Romagna).

Ma per quanto riguarda l’ex Teatro, “sappiamo come metterlo in piedi, ma non verso dove camminerà”. Parola di Silvano Bertini, responsabile Asse 1 Autorità di gestione Programma Operativo Emilia Romagna): così la creatura-Verdi si prepara ad un percorso che è una vera e propria “scommessa aperta”, fa sapere il sindaco Tiziano Tagliani, “con cittadini, mondo associativo e imprenditori”.

Il percorso partecipativo dovrà infatti produrre un identikit del soggetto – o dei soggetti – che andranno individuati attraverso un bando di gara e ai quali sarà affidato per un quinquennio la gestione dell’ex Teatro.

I casi di successo di hub innovativi sono diversi, dalle case di quartiere di Torino all’Upcycle di Milano arrivando fino al Kilowatt di Bologna: e anche Ferrara la ‘città di pietra’ vuole la sua ‘città di carne’.

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