di Cecilia Gallotta

Sebbene il terremoto del maggio 2012 abbia causato meno danni in centro città rispetto alla provincia, non pochi sono stati i danni agli edifici e ai monumenti storici come la Cattedrale, che ancor oggi si può considerare non in sicurezza, come spiegato all’incontro di studio dedicato al Duomo di Ferrara tenuto presso il Museo Archeologico Nazionale a Palazzo Costabili di Ferrara.

Questa iniziativa, resa possibile grazie all’Arcidiocesi Ferrara-Comacchio, all’Ambassador Club Ferrara, Ferrariae Decus, Soroptimist International Club, con il patrocinio del Comune di Ferrara, ci ricorda che “la comunicazione è un punto importante perché i cittadini possano riappropriarsi di ciò che è loro”, come introduce l’assessore alla cultura Massimo Maisto.

“Il terremoto ha attivato una macchina – asserisce l’ingegnere Nicola Gambetti – e l’individuazione dei danni ci ha aperto le porte ad una conoscenza della Cattedrale tutt’ora non completa dal punto di vista storico e strutturale”.

Ciò che si nasconde sotto la pavimentazione della Cattedrale medievale è infatti ad oggi terreno inesplorato: quel che è certo è che fino a 20 m di profondità si estende un terreno tipicamente umido argilloso e debole del ferrarese, grave condizione che ha portato alla distorsione della fiancata meridionale della Cattedrale di 41 e 44 cm verso sia verso l’interno che verso l’esterno. Sono invece 47 i cm di pendenza della facciata, e 68 quelli del campanile, che, nonostante sia stato costruito in epoca rinascimentale, e quindi successiva alla cattedrale, potrebbe risentire dello stesso problema di terreno.

E’ con molta cautela che vanno quindi individuati i piani d’intervento, ancora in fase di definizione ed approvazione, che in sostanza non prevedono una ricostruzione di parti crollate, ma un miglioramento strutturale di tutte le attuali vulnerabilità dal punto di vista sismico. Più precisamente l’intenzione è quella di effettuare una stabilizzazione della facciata tramite l’inserimento di strutture metalliche quanto più possibile contenute esteticamente, e l’inserimento di strutture reticolari sulla falda della copertura.

Lesioni quali vere e proprie crepe sono state poi riscontrate sulle volte, per la riparazione delle quali si effettueranno iniezioni e interventi estradossali. Tutti questi interventi prevedono investimento per un milione e 800mila euro.

“La parte storica è strettamente connessa a tutto questo – ricorda il professor Giovanni Carbonara –; dall’inizio della costruzione della cattedrale alla sua fine sono passati 200 anni: questo è uno dei motivi che portano alle lacune riguardanti le dinamiche di costruzione. Nel medioevo c’era una concezione del tempo inserita nella civitas cristiana, dove non è importante il marchio di un singolo autore, ma che il contributo del popolo vivesse nel tempo in quel monumento”.

Numerosissime sono state le modifiche subite dalla Cattedrale dal 1135, anno di inizio della sua costruzione: basti pensare che i famosi leoni che decorano il piazzale altro non erano che la base della Porta dei Mesi o “dei Pellegrini”, un meraviglioso portale analogo a quello della nostra attuale facciata che si apriva in piena piazza Trento Trieste, successivamente distrutto e tamponato nel Settecento.

“Il museo della nostra città è la città stessa – commenta Maisto – e il Duomo ne è sempre stato il cuore. Noi faremo il possibile perché a fronte di eventuali disastri che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, questo cuore sia tutelato”.