Attualità
28 Ottobre 2016
La cantante riflette anche sui tempi stretti di preavviso della popolazione

Milva: “Se vivessi a Goro li avrei accolti”

di Redazione | 2 min

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Milva

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“Se vivessi ancora nella mia Goro– ha spiegato l’artista – e potessi disporre di adeguati spazi, sarei stata lieta di dare una mano, una speranza, un sollievo a chi ha dovuto abbandonare tutta la propria vita, verso un futuro incerto”. Così Milva, la “Pantera di Goro”, a distanza di alcuni giorni dai fatti di Gorino, prende le distanze dagli episodi di intolleranza che hanno bloccato l’arrivo delle dodici donne profughe.

La cantante, che a Goro ha avuto i natali nel 1939, sostiene che pur rimanendo vicina a idee legate alla Sinistra, ciò che l’ha colpita maggiormente non ha alcun connotato politico, ma è una questione di semplice umanità. Ciò detto, la ‘musa di Strehler’ fa presente anche che “da ciò che mi è stato riportato, pare che la Prefettura abbia avvisato il Comune dell’arrivo dei migranti con tempi troppo stretti”. Secondo l’artista “forse, con una tempistica maggiore, il nostro paese avrebbe potuto prepararsi e gestire al meglio l’accoglienza assieme alle associazioni di volontariato”.

Il parere di Milva invita anche alla riflessione sui riflettori nazionali puntati sulla vicenda: “ho trovato toni molto enfatici, su alcuni articoli letti sulla stampa, che temo possano far aumentare le questioni razziali. Forse, parole più pacate avrebbero potuto favorire, almeno in parte, una distensione del clima, andando anche a ricercare qualche scricchiolio nella macchina organizzativa. Auspico però un rasserenamento rapido della visione politica di questi fatti, circoscritti sì alla realtà di Goro, ma amplificabili come riflessione in chiave nazionale”.

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