Mesola. Gli uomini della questura di Rovigo hanno eseguito 14 misure di custodia cautelare emesse dal gip. Sono così finite in carcere sette persone, di nazionalità marocchina, quasi tutti irregolari, tra i 29 e i 41 anni. Si tratta di E. M., 41 anni, A. M., 31 anni, A. S., 30 anni, B. S., 28 anni, C. A., 38 anni, E. H., 36 anni, e M. A., 29 anni. In cinque sono finiti ai domiciliari: S. V., 26 anni, F. F. E., 26 anni, J. C., 36 anni, L. C., 62 anni di Chioggia, L. B., 38 anni, di Mesola. Obbligo di presentazione invece per L. F., 26 anni, e S. T., 38 anni.
Nel complesso sono state indagate 25 persone ed eseguite nove perquisizioni, in seguito alle quali sono stati arrestati due uomni di nazionalità marocchina, trovati in possesso di oltre 30 grammi di cocaina a Boscochiaro di Cavarzere (in provincia di Venezia).
L’indagine è partita nell’agosto del 2015 da una informazione ricevuta dagli investigatori di Porto Tolle circa una fiorente attività di spaccio nella zona del basso polesine. La squadra mobile di Rovigo, in collaborazione con il commissariato di Porto Tolle, ha avviato una serie di accertamenti, con verifiche, appostamenti e pedinamenti, oltre che a intercettazioni.
Nel corso delle indagini sono state sequestrate diverse dosi di cocaina ed effettuato anche un arresto in flagranza di un marocchino a Crociara di Ariano dove, d’accordo con i complici, uno dei presunti spacciatori si era stabilito prorpio per rifornire i clienti del territorio.
Gli inquirenti hanno tracciato la pianta di un grosso mercato della cocaina e dell’hashish diffuso oltre che nel basso polesine, anche nelle zone di Cavarzere, Chioggia (in provincia di Venezia) e Mesola, nel Ferrarese.
L’operazione è stata battezzata dalla squadra mobile “Acipenser Sturio”, il nome latino dello storione, mutuato dal fatto che uno dei luoghi di spaccio era un allevamento di questo tipo di pesce.
In tutto sono 14 le persone che sono state arrestate, nove marocchini e cinque italiani.
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