Goro
26 Ottobre 2016
Il sindaco Viviani: "Gli appellativi disdicevoli non ce li meritiamo". Gli abitanti: "Fuori dall'Italia? Alfano ci chieda scusa"

Goro in cerca di riscatto: “Siamo una comunità generosa”

di Redazione | 3 min

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goro 2Goro. “Qui nessuno è scappato di fronte alle difficoltà: non abbiamo paura di nessuno, tanto meno di povere migranti, ma dobbiamo avere la possibilità di partecipare al processo decisionale e dobbiamo avere a disposizione i tempi necessari”. Il sindaco di Goro, Diego Viviani, prende in mano la situazione delle barricate anti-migranti che nelle ultime 24 ore ha fatto il giro di tutta Italia.

Una ribalta che non piace al primo cittadino gorese che invoca lo “stop delle polemiche sulla comunità di Goro”. “Gli appellativi disdicevoli riportati da organi di informazione nazionali non ce li meritiamo – commenta Viviani -: Goro è comunità generosa che in passato ha dato prova di accoglienza verso persone meno fortunate”.

Il sindaco, pur ribadendo il fatto di non essere stato informato della situazione (“sinceramente l’idea che si potesse arrivare ad un esproprio era fuori dalla mia portata di pensiero”), dice di “aver cercato di gestire la situazione nel modo migliore per evitare scompiglio e questo farò nei prossimi mesi: lavoreremo insieme per riscattarci perché Goro ha un cuore grande”.

Un riscatto che non sembra aprire comunque all’accoglienza. L’ostello è ufficialmente fuori dalla lista di strutture prese in esame per l’accoglienza dei profughi e, alla domanda del pubblico se ci siano altre strutture in lista, Viviani risponde di no anche se ha lasciato trapelare poca convinzione e qualche difficoltà.

goro 1Gli abitanti che hanno affollato la sala del municipio prendono poi la parola, asserendo che “se fossimo stati informati non avremmo reagito come lunedì sera. La protesta è partita per la totale mancanza di confronto con noi, mentre in altri comuni l’emergenza è stata gestita diversamente e in modo più trasparente dalle amministrazioni”.

La popolazione afferma di “non fidarsi di Viviani” perché non crede “che lui non sapesse nulla” e difende la rivolta: “Non siamo razzisti, ci voleva più comunicazione con i cittadini e con Gorino. Alfano dice che meritiamo di andare fuori dall’Italia, ma magari. Il ministro ci chieda scusa”.

Dal governo la palla rimbalza a livello locale. “E’ ingiurioso e assurdo il metodo della prefettura per un sistema di accoglienza che in Italia non funziona – interviene il consigliere di opposizione Angelo Morinelli -. Nel nostro caso purtroppo l’amministrazione non ha saputo sedare la rivolta sul nascere, doveva scendere in strada, ma sono vicino al collega sindaco, è stata una situazione difficile ed è comprensibile il disorientamento. Ora accantoniamo e ripartiamo pensando al futuro già da oggi”.

Viene citato anche Tiziano Tagliani – “ci ha dato le chiavi della draga l’altro giorno, era qui con noi a tagliare i nastri e a festeggiare, ci conosce o no? Oggi dice che si vergogna di noi” – e Nicola Lodi, “doveva stare a casa sua, ha solo fomentato e diviso la folla istigandola contro l’amministrazione” commenta il consigliere comunale di maggioranza Nicholas Bellotti.

A fine incontro interviene anche il sindaco di Comacchio Marco Fabbri: “Non dubitate dell’integrità del vostro sindaco, lui non sapeva nulla e non sono stupito. Noi a Comacchio ne ospitiamo 30 di migranti d lo abbiamo scoperto il giorno dopo, tre anni fa. Di assemblee in prefettura ne abbiamo fatte tante sul tema, ma mai ho sentito che si poteva arrivare a requisire gli immobili, e mai sentito dire da Viviani che l’ostello era disponibile. A livello nazionale su accoglienza non c’è programmazione,c’è il caos”.

“Non è questione di partiti, teniamo fuori la speculazione politica da questa storia – conclude Fabbri -. Io e Viviani abbiamo in comune la passione, anche io mi sento offeso da appellativi dell’informazione nazionale come sindaco e cittadino del Basso Ferrarese”.

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