Lettere al Direttore
20 Ottobre 2016

Alcune domande all’alta direzione Berco

di Redazione | 5 min

“Noi siamo ThyssenKrupp, un gruppo aziendale tecnologico con alta competenza nei materiali. Noi creiamo valore aggiunto per clienti, dipendenti e azionisti”.

“Per ThyssenKrupp, una collaborazione stretta e fiduciosa con i rappresentanti dei lavoratori è una componente chiave e un punto essenziale della politica aziendale. La base della fiducia reciproca e della collaborazione è basata su un dialogo aperto e costruttivo caratterizzato dal rispetto reciproco”.

“Fin dalle origini Berco è stata un’azienda attenta alle esigenze della comunità e del territorio in cui è nato e cresciuto il suo primo stabilimento. Con gli anni ha fatto di questo suo atteggiamento una vera e propria politica del gruppo, convinta che oggi il successo di un’azienda si misuri non solo dalla crescita e dai profitti ma anche da come essa affronta i temi ecologici e sociali. Oggi Berco nella pianificazione delle sue strategie tiene conto delle implicazioni sociali e ambientali del suo operato e agisce di conseguenza”.

“I dipendenti Berco da sempre sono considerati la vera risorsa aziendale, essi contribuiscono in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi del Gruppo. Berco rispetta la legislazione relativa ai contratti di lavoro”.

Egregi “Executive Board Members” di Berco,

sapete dove ho letto queste parole? Temo di no, visto quello che è successo prima il 6 Ottobre scorso con la comunicazione di punto in bianco alle parti sociali della “Procedura di licenziamento collettivo” per 365 dipendenti nonché il “Recesso da ogni contrattazione aziendale” e poi il 18 Ottobre quando durante il primo incontro al MISE tale procedura non è stata ritirata ma confermata in pieno.

Eppure ho copiato i primi due paragrafi dal sito istituzionale di ThyssenKrupp e gli altri due da quello di Berco. “E quindi?” direte Voi “Dove sta il problema? Stiamo agendo secondo le regole e le leggi in vigore”. E io, questo, non lo metto in dubbio.

Quello che però mi e Vi chiedo (e Vi suggerisco di leggere in particolare le frasi sottolineate): ma le regole della fiducia e delle aspettative che i dipendenti ripongono (…riponevano, mi sa) in Voi, le regole della lealtà e della dedizione, le regole del rispetto e della “Responsabilità Sociale” le state rispettando? Non Vi sentite un po’ in difetto e magari un po’ in colpa nei confronti dei Vostri collaboratori?

Passi per un manager tagliatore di teste che vive e lavora spostandosi di azienda in azienda a “ristrutturare” (parola odiosa e ipocrita, dal mio punto di vista) ma Voi “convivete” giornalmente, chi da decenni, chi da diversi anni e chi da poco più di tre anni con quelle persone che oggi dichiarate in esubero: riuscite a guardarli tutti negli occhi (e non dalle finestre dei piani alti, magari) e dir loro che Berco non sa più cosa farsi di loro? Avete davvero la forza di negare un futuro a una così grande moltitudine di donne e uomini che già tre anni fa hanno accettato di sacrificare parte dei loro compensi, credendo così di mettersi al riparo per gli anni a seguire? E’ questo che Vi insegnano nei seminari in navigazione sul Po?

Posso, a questo punto, immaginare la Vostra obiezione: “Questo è il mercato, bellezza, e tu non puoi farci niente”. Non molto edificante, in verità.

Eppure questi 365 “sfortunati” sono tra coloro a cui ad Aprile 2015 Vi rivolgevate ringraziandoli per lo straordinario sforzo che avevano compiuto e assicurandoli che Berco era di nuovo in corsa, prospettando così un futuro tranquillo.

E sono sempre loro che a Dicembre 2015 avete ringraziato per la dedizione e il coinvolgimento dimostrati che avevano contribuito a consolidare ulteriormente la reputazione di Berco sul mercato gettando allo stesso tempo tempo le fondamenta per la crescita e il futuro dell’Azienda.

Poi è vero, il mercato è diventato instabile e il mondo ha rallentato ma se ad Aprile 2016 si comunica ai propri collaboratori che, nonostante tutto, si può e si deve essere orgogliosi dei risultati raggiunti e che è necessario continuare a migliorare le prestazioni aziendali per raggiungere un livello soddisfacente anche nei momenti di difficoltà del mercato, niente lascia presagire che pochi mesi dopo “questa difficoltà” abbia come unica soluzione il licenziamento di 365 persone.

E se a Giugno 2016 arriva il messaggio che Berco continua a essere sempre più forte e che serve il supporto di tutti (compreso quello dei “365”, sembrerebbe!) per condurre ancora la gara e infine a Settembre 2016 (praticamente… ieri!), persistendo le difficoltà del mercato, comunicate comunque ai dipendenti l’auspicio che Berco diventi una squadra unita, forte e dedicata e li spronate a partecipare a un sondaggio per ottenere commenti e suggerimenti per aiutare la loro Azienda a raggiungere nuovamente una posizione di leader, con quale logica (e coraggio) si decide poi improvvisamente di rinunciare al 20% di questa squadra?

E se il sondaggio fosse stato fatto dopo il 6 Ottobre, quali risultati pensate che avreste ottenuto? E se tra quei “365” ci fossero i Vostri figli, nipoti o amici cari, cosa pensereste dei loro capi?

Il primo incontro al MISE è andato purtroppo molto male: credo che tantissimi dipendenti (anche se non tutti, ahimè!) e non solo “quei 365” vivano comprensibilmente come un incubo le trattative che stanno per iniziare, gli scioperi con presidio, l’intervento della politica (stendiamo un velo pietoso!) le proposte e le controproposte, le schermaglie, ecc. ecc: è ancora troppo fresco il ricordo dell’Estate 2013. Ebbene, Voi avete il potere di fermare tutto ciò, dimostrando che le dinamiche di una multinazionale non portano sempre e solo a questo epilogo e che le costosissime slide dellaBoston Consulting non sono l’unica soluzione.

Se proprio non potete ritirare le procedure che avete improvvisamente avviato (magari, come spesso si sente dire a proposito delle nostre leggi nazionali… “E’ la Germania che lo vuole”) presentateVi al prossimo incontro con Istituzioni e Sindacati con alcune proposte concrete, possibilmente con accordi di riassunzione di tutti gli esuberi già stipulati con le Aziende a cui state pensando di appaltare tanti servizi che, viceversa, resterebbero pericolosamente monchi: siete proprio certi che non esista una “massa critica minima” sotto la quale Berco non possa scendere? Credo che questo sia il dubbio più grande e atroce che attanaglia oggi le Comunità di Copparo, Castelfranco Veneto e zone limitrofe.

Se invece deciderete di andare avanti in questo modo, sarebbe meglio che faceste almeno cancellare dai siti delle Vostre Aziende le parole che ho citato all’inizio: ne guadagnerebbero tutti in dignità, credibilità e onestà intellettuale.

Ist das Wetter noch so trieb? Immer hoch die Gellerieb. (motto tedesco di buon auspicio)

Ludovico Guzzinati

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