Comacchio
18 Ottobre 2016
Al consigliere de L'Onda era stata negata al richiesta di accesso agli atti sulla candidatura a Capitale della cultura

Anche il Difensore civico dà torto a Fabbri: “Consegni a Michetti i documenti”

di Redazione | 2 min

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Marco Fabbri Agorà ottobre 2014Comacchio. Dopo la strigliata del prefetto al sindaco Fabbri, anche il Difensore civico dà torto al Comune di Comacchio sull’accesso agli atti non rispettato per il consigliere Davide Michetti (L’Onda) che chiedeva di visionare i documenti della candidatura della città a Capitale della Cultura.

Il difensore civico, Gianluca Gardini, richiama l’articolo 43 del Testo unico degli enti locali sul diritto dei consiglieri comunali “di ottenere dagli uffici comunali […] tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato” e le numerose sentenze dei Tar  “che ribadiscono che nessuna limitazione può derivare al diritto d’accesso del consigliere comunale agli atti del Comune, qualunque sia il loro destinatario, dalla natura riservata delle informazioni richieste, essendo per legge vincolato al segreto d’ufficio”. Inoltre stabilisce che “non sembrano sussistere ragioni tali per cui al Consigliere comunale Michetti non debba essere riconosciuto il diritto di accedere alla documentazione di cui fa richiesta”. Per questo lo stesso difensore civico “chiede al Comune di Comacchio di fornire al Consigliere comunale Michetti la documentazione da lui richiesta”.

Il prefetto striglia Fabbri: “L’accesso agli atti è un diritto dei consiglieri”

“Non ci siamo mai spaventati e nemmeno arresi – commenta Michetti -, come sempre ci abbiamo messo l’impegno, la passione e la costanza, talvolta tirando fuori gli attributi per farci pienamente rispettare, sempre mettendomi in gioco in prima persona ma con il sostegno del gruppo, con cui voglio condividere quella che oggi possiamo tranquillamente definire una grande vittoria. Non è certamente la prima e nemmeno sarà l’ultima della serie, ma di certo è la più significativa in fatto di trasparenza, rispetto della legge ma soprattutto rispetto delle minoranze. Marco Fabbri è sindaco, non dittatore, deve governare ma non può comandare, soprattutto come primo rappresentante della legge, legge che lui stesso fin ora non ha volutamente rispettato, fatto gravissimo, e di cui oggi con questo atto chiediamo conto. È incredibile e vergognoso come solo pochi giorni fa, questa giunta, sui social si è scagliata contro la trasparenza del gruppo a cui una volta apparteneva, senza rendersi conto (forse) che lo stesso modus-operandi lo sta esattamente riservando a noi. Con rammarico – prosegue il consigliere – prendo atto ancora una volta, che chi doveva essere il cambiamento ha dimostrato più volte di non esserlo, mantenendo uno status quo che su questo territorio vive da troppo tempo, cambiamento di cui in questi anni ci siamo fatti promotori e sostenitori a favore di tutti”.

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