di Marcello Celeghini
“Se ne va un uomo buono, mite, appassionato e mai sopra le righe”. È un ultimo saluto commosso quello ad Andrea Dianati, ex assessore del Comune di Ferrara e presidente per lunghi anni della Contrada di San Luca, scomparso prematuramente nei giorni scorsi all’età di 57 anni per una grave malattia. Troppo piccola la chiesa della Sacra Famiglia per contenere tutti coloro che hanno voluto presenziare alle esequie di un uomo che sapeva ascoltare e che aveva una parola per tutti.
Nei primi banchi della chiesa tutta la famiglia di Andrea Dianati, a partire dalla mamma Umberta, la moglie Rosy e il figlio Matteo. Dall’altro lato della navata le personalità istituzionali che Dianati aveva conosciuto durante la sua militanza nel Psi, come assessore e, infine, come uomo del Palio. Proprio il mondo del Palio ferrarese era ben rappresentato oltre che da tantissimi fazzoletti rossoverdi anche dagli stendardi di San Giovanni e San Giorgio. Sul feretro, oltre ai colori rossoverdi, era stesa una maglia della Spal, della quale Dianati era molto tifoso, con il numero 16. Nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute, infatti, l’ex assessore alle Politiche Giovanili della giunta Soffritti non ha rinunciato ad andare allo stadio a vedere la gara Spal-Virtus Entella, pochi giorni prima dell’ultimo fatidico ricovero in ospedale.
Tante le personalità politiche in chiesa, dal sindaco Tagliani, all’assessore Modonesi e ai compagni del Psi, come Deanna Marescotti. Ma chi, oltre ad essere presente alle esequie per il ruolo istituzionale che ricopre, era presente soprattutto per salutare il suo ‘secondo padre’ era l’assessore allo Sport, Simone Merli che ha letto al termine della cerimonia un toccante messaggio. “Fin dal mio primo giorno di scuola media alla De Pisis ho stretto amicizia con Matteo, il figlio di Andrea, è da subito siamo diventati come fratelli. Andrea e Rosy mi hanno accolto in casa loro come fossi il loro secondo figlio. Andrea ha portato me e Matteo dovunque: Spal, in montagna, ai lidi e tante altre avventure che mi hanno portato a conoscere la sua bontà e la sua profonda umanità”. La generosità di Dianati è stata ricordata anche dalla cognata. “Anche negli ultimi giorni di ricovero in ospedale, quando aveva visite di amici o medici si sforzava di far vedere che tutto andava bene anche se la sofferenza era enorme”.
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