Attualità
1 Ottobre 2016
Scego: “Dopo il fascismo l’Italia ha voltato pagina, ma ha conservato alcuni stereotipi coloniali”

Razzismo: le parole giuste contro la discriminazione

di Redazione | 2 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

(foto di Alessandro Castaldi)

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“Parlando di razzismo la stampa ha una grande responsabilità: il Festival di Internazionale si impegna infatti ad utilizzare il linguaggio in modo responsabile, mentre ci siamo accorti che c’è una grande superficialità nell’uso di parole come clandestino, rifugiato, migrante, profugo, ed è molto facile strumentalizzare con questi termini”. Queste le parole della giornalista Stefania Mascetti che ha dialogato con la scrittrice Igiaba Scego durante l’incontro, inserito “Razzismo: le parole giuste per combattere ogni discriminazione” che si è svolto al circolo Arci Bolognesi.

“Razzismo è una parola molto difficile- ha sostenuto Scego – tutti i popoli hanno pregiudizi e in Italia contribuiscono a complicare le cose una legge sulla cittadinanza molto complessa e la legge Bossi-Fini, che produce essa stessa clandestinità dentro al paese”.

Igiaba sottolinea poi come il grande problema del mondo occidentale siano gli stereotipi, citando la sue esperienza personale di giornalista: Internazionale ha tolto lo spazio riservato ai commenti ma gli articoli sono condivisi sui social e commentati da lì e spesso si sono potute leggere parole molto dure sotto i pezzi da lei firmati: “Credo che chi mi critica non legga nemmeno ciò che scrivo perché criticano esclusivamente il fatto che sono una donna e il colore della mia pelle e fanno minacce- ha affermato-. Il razzismo ha una radice storica in Italia, che si fonda nel periodo liberale e successivamente nel fascismo. Dopo l’8 settembre 1943 l’Italia ha voltato pagina, ma ha conservato alcuni stereotipi coloniali, quello del ‘nero visto solo come corpo’ e dell’ ‘ascaro’ da combattere”.

Per combattere gli stereotipi le due relatrici hanno sostenuto che sarebbe importante avere anche il punto di vista dei migranti sul nostro Paese, riguardo politica, cultura, tema a cui Internazionale ha dedicato diverse rubriche, una visione che però trova ancora poco spazio sulla nostra stampa. Igiaba riporta poi il caso di un amico giornalista molto interessato e appassionato alla politica italiana contemporanea a cui però viene detto che deve parlare esclusivamente di immigrazione, e non di politica italiana. Perché?

“Questa discriminazione accade perché ci conosciamo per massimi sistemi- ha affermato la scrittrice-, però noi siamo noi, prima di essere un italiano, un inglese, un francese, un musulmano, un cristiano o un ebreo. Il razzismo parte dalla non conoscenza, per questo la stampa è  così importante”.

La sfida della stampa secondo le relatrici dovrà essere quella di raccontare i fatti senza stereotipare e all’insegna del rispetto reciproco.

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