di Serena Vezzani 

Sant’Agostino. “Verso la fusione”: questo il nome del comitato costituitosi in vista del referendum consultivo di fusione dei comuni di Mirabello e Sant’Agostino previsto per il 16 ottobre.

Un comitato “di scopo, di volontariato, senza fini di lucro, a tempo determinato – spiega il coordinatore Graziano Tartari, – e di rappresentatività a livello territoriale di tutte le frazioni di Dosso, Sant’Agostino, San Carlo e Mirabello, e a livello sociale”. Infatti i membri, circa trenta, “provengono dalle consulte, dalla cittadinanza, dalle istituzioni”. Ma “siamo a porte aperte: chiunque voglia può aderire come socio o sostenitore: più siamo e meglio è”.

Obiettivo del comitato sarà dunque “favorire la partecipazione, informare, orientare verso un ‘sì’ il più consapevole possibile”. E lo farà con due depliant informativi, distribuiti porta a porta: “Il primo raccoglie contatti e indirizzi per gli elettori, rischi, criticità, dove, quando, come votare, la posizione della Regione e delle istituzioni locali – prosegue Tartari. – Il secondo unisce tutte le domande più frequenti sul processo di fusione”.

In calendario anche quattro incontri pubblici informativi, a partire dalle 21: si partirà mercoledì 5 ottobre, a Sant’Agostino, in sala Bonzagni; poi il 12 a San Carlo, nella sala sede della Banda; il 13 a Dosso, presso la sala polivalente del campo sportivo; e si chiuderà a  Mirabello venerdì 14. “Quattro conferenze nell’ottica del dialogo e del confronto, durante le quali sarà possibile intervenire con domande” annuncia l’ex vicesindaco e segretario Pd Simone Tassinari.

Un bilancio positivo, quello del comitato, che non ha riscontrato “previsioni negative” per il referendum: “Questo perché i vantaggi della fusione sono molteplici: tra i tanti, anche l’esenzione dal patto di stabilità e gli incentivi statali e regionali che ammontano a 10 milioni di euro in dieci anni, e grazie ai quali esiste la possibilità di realizzare investimenti in nuove opere pubbliche e manutenzione di quelle già esistenti”.

Sarà, dunque, una “fusione a caldo tra due comuni tra i quali sono sempre intercorsi buoni rapporti, due realtà unite ancora di più dal terremoto e dalla ricostruzione. Il nostro impegno è certo, abbiamo volontà e fiducia. Diciamo ‘sì’ – conclude Tartari, – per un passo avanti sicuro per il nostro territorio”.