Attualità
24 Settembre 2016
Un puzzle di innesti per recuperare il portale. Spinelli: "Biblioteca luogo di pace e conoscenza, i violenti stiano fuori"

Ariostea: il nuovo portone sopravvissuto al vandalismo

di Elisa Fornasini | 3 min

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Porte aperte alla cultura e alla civiltà, lasciando fuori la barbarie del vandalismo. E’ la nuova identità dello storico portone della biblioteca Ariostea che, dopo i lunghi lavori di restauro per guarire le ferite inferte dagli atti vandalici della scorso maggio, riapre i battenti al pubblico.

E’ una cerimonia “discreta e simbolica vicina alla porta più amata della città”, come l’ha definita il dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi Enrico Spinelli, quella che reinaugura il principale accesso di palazzo Paradiso su via Scienze 17.

“Torniamo alla nostra normalità: le biblioteche sono luoghi di pace e conoscenza e vogliamo che restino tali, i violenti vadano per un’altra strada e siano recuperati” annuncia Spinelli, riferendosi implicitamente al piromane-stalker che ha assaltato il simbolo della cultura cittadina con vernice, benzina e accendino.

A prendere a cuore, e in cura, il recupero del portone incendiato è stato il Comune di Ferrara. “E’ un piccolo intervento tra i tanti eseguiti questa estate – ricorda l’assessore Aldo Modonesi – ma è quello più significativo per chiudere una vicenda triste che ha turbato le tante persone che lavorano e frequentano la principale istituzione culturale della nostra città”.

Se la biblioteca comunale può ridare il benvenuto al suo settecentesco portale è merito di un giovane restauratore del legno, Marco Dioli, che ha lavorato sul restauro della struttura per un mese e dieci giorni, otto ore al giorno. “E’ stata un’operazione particolarmente delicata e gravosa – racconta il ragazzo di 33 anni -: il legno era completamente carbonizzato, ho dovuto togliere tutto ciò che era deteriorato e sostituirlo con materiale di recupero antico della stessa essenza”.

In particolare, “sono stati sostituiti i battenti e la parte bassa con una ventina di innesti assemblati con dei chiodi d’epoca, prima di sverniciare il tutto perché annerito di nero fumo” conclude Dioli che fa questo lavoro dal 2010, da quando mentre studiava beni culturali ha scoperto la passione per il legno e ha dato il via alla sua lanciata carriera di restauratore con il suo primo intervento sui soffitti del monastero Sant’Antonio Abate in Polesine.

Un “puzzle” di innesti che non deteriora la bellezza del portale ma, anzi, arricchisce la sua storia secolare. Una storia che, lo ricordiamo, era stata sporcata da vernice blu sul muro esterno e interno all’entrata della biblioteca comunale, “pulito a mano dalla ditta di restauro Crpa di Paola Tosi” aggiunge la dirigente del Servizio Beni Monumentali Natascia Frasson, che ringrazia anche la “ditta edile di Emanuele Tuffanelli per l’aiuto nel trasportare il pesante portone nell’atelier di Dioli, grazie al quale il risultato finale va oltre ogni più rosea aspettativa”.

Un grazie va anche alla città “che vuole bene ai propri palazzi e alla propria cultura” conclude il vicesindaco Massimo Maisto, che dice di essere “rimasto colpito dall’affetto della città nei confronti della biblioteca, dimostrando indignazione e vicinanza a palazzo Paradiso nelle brutte settimane degli atti vandalici”.

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