Politica
23 Settembre 2016
I Cittadini 5 Stelle: "Le persone ospitate in Gad non si sentono libere di girare in città"

“Ferrara che accoglie? Guardate il ghetto”

di Redazione | 3 min

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Ferrara che accoglie”, la manifestazione a favore dell’integrazione che si terrà sabato a Ferrara, fa già discutere. Perché Ferra, più che accogliere, ghettizza. E lo fa nella Grande Area Degradata. E’ l’acronimo della Gad coniato dai Cittadini 5 Stelle Ferrara in una lettera aperta agli organizzatori dell’evento di sabato sull’accoglienza.

Già dal titolo della missiva, “Finta accoglienza e reale ghettizzazione“, si capisce il tenore del messaggio rivolto alle tante associazioni aderenti all’evento “per avere la vostra opinione su un aspetto a nostro avviso da troppo tempo trascurato intorno allo spinoso tema dell’accoglienza”.

“Siamo certi che condividete l’idea che accogliere una persona ha un significato che va al di là del solo ‘prenderla’ e farla entrare nella nostra città, come se fosse un oggetto – scrivono i cittadini pentastellati -. Senza toccare temi come il lavoro o il welfare sociale, avrete notato che una percentuale incredibilmente alta di coloro che arrivano nella nostra città, spendono poi buona parte della loro giornata nella Grande Area Degradata che possiamo chiamare con l’acronimo di Gad”.

Una tesi che i Cittadini 5 Stelle sostengono con una serie di foto, “o parlando con qualunque residente della zona”. “L’unico a non vederlo è il sindaco che su questo tema soffre di una pesante forma di miopia (difficoltà a vedere il problema da lontano, poiché da vicino forse non lo ha mai affrontato). Queste persone stanno, per esempio, sulle mura di IV Novembre, ore e ore, a pochi metri dal pesante traffico della via. Vi siete mai chieste perché non vanno in un qualunque altro luogo della nostra bellissima città? Il centro storico, piazza Ariostea, il parco Massari o vie meno trafficate come quelle introno a via XX Settembre, tanto per dirne una, sono tutti luoghi molto più attraenti per chi non ha niente da fare tutto il giorno”.

“Eppure queste persone non si muovono dalla Gad. Perché?”. Ecco il responso dei Cittadini 5 Stelle: “L’unica risposta, a nostro avviso plausibile, è che queste persone non si sentono (o non sono) libere di girare per la città. Alla luce dei fatti, da diversi anni in questa città si è creato un ghetto di fatto. E’ come se ci fosse un muro invisibile, meno tangibile ma pesante quanto quello di via Anelli a Padova. Forse più subdolo, perché esiste anche se non se ne ammette l’esistenza.

Ma di chi è la ‘colpa’? “Le responsabilità sono facilmente individuabili in chi amministra questa città – prosegue la lettera aperta -. Ma se è vero che la politica è lo specchio della società, possiamo ipotizzare che la situazione sia legata alla forte intolleranza che i cittadini di altre zone mostrano nei confronti degli immigrati? Negli anni, alla Gad, le associazioni di cittadini hanno mostrato intolleranza solo verso chi spaccia droga e chi delinque. Sembra troppo facile accusare loro, che più di altri sopportano il peso dell’immigrazione, di razzismo”.

Secondo i pentastellati organizzare un evento proprio in quel quartiere è un controsenso. Da qui vengono poste tre domande: Concordate che per incapacità, se non addirittura per volontà, degli organi istituzionali, giunta comunale in primis, le persone che Ferrara dovrebbe accogliere non sembrano libere di frequentare certi luoghi? In questo contesto, non credete sia più opportuno organizzare la manifestazione per l’accoglienza in quei luoghi, e non alla Gad che oggettivamente accoglie da anni la stragrande maggioranza degli immigrati che Ferrara “prende”?  Ritenete opportuno che le stesse persone che hanno creato questo muro sfilino con voi e magari parlino di accoglienza?”.

La lettera conclude con un “suggerimento alla lunga lista di associazioni che si occupano della questione”, ovvero “di interrogarsi sulle reali responsabilità di questa ghettizzazione di fatto, e di esprimerle chiaramente, anche se questo può scomodare chi poi finanzia le attività delle stesse associazioni. L’alternativa, purtroppo, è quella di spendere altre parole al vento senza poi concretamente attuare l’accoglienza”.

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