Politica
20 Settembre 2016
Tagliani: "Quando chiedo dove mettiamo i profughi e mi si risponde 'nell'umido', chiedo le dimissioni da essere umano"

Bocciata la mozione di sfiducia contro la Sapigni

di Elisa Fornasini | 4 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERALa mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Chiara Sapigni è stata respinta. Dopo due ore di acceso dibattito di fronte a un folto pubblico che ha stipato la sala consigliare, il consiglio comunale ha bocciato la mozione presentata dal consigliere Paolo Spath (FdI) con 19 voti contrari e 10 a favore.

Il voto è stato espresso a scrutinio segreto come richiesto dall’opposizione che sperava in questo modo di attirare i ‘franchi tiratori’. Ma così non è stato: la maggioranza ha sostenuto in maniera compatta l’operato dell’assessore Sapigni che quindi continuerà a rappresentare le deleghe alla Sanità, Servizi alla Persona e Politiche Familiari.

Anche se il voto era segreto, infatti, è facile intuire che quei 19 voti contrari fossero dei 17 consiglieri seduti tra i banchi di maggioranza, a cui si aggiungono le votazioni del sindaco Tiziano Tagliani e del presidente del consiglio comunale Girolamo Calò. Una specie di déjà-vu di quello che è successo nel settembre 2015 quando furono chieste le dimissioni della Sapigni, poi bocciate.

Durante la lunga discussione, che come inevitabile è sfociata in uno scontro tra maggioranza e opposizione sulle politiche di accoglienza, l’assessore Sapigni ha preferito non prendere la parola. A ‘difenderla’ sono stati i capigruppo della maggioranza – Luigi Vitellio (Pd), Leonardo Fiorentini (SI), Alberto Bova (Fc) – e lo stesso sindaco.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAL’intervento di Tagliani è stato ad ampio spettro. Non si è mai entrati nel merito delle ‘colpe’ imputate alla Sapigni – definita da Spathinadeguata, impreparata e inadempiente per il grave errore di Gaibanella, e gli errori si pagano assumendosi le proprie responsabilità” – ma si è rimasti nel campo vago dell’accoglienza.

“La mozione è intelligente non tanto nelle motivazioni irrilevanti o sbagliate a carico della Sapigni – spiega Tagliani -, ma perché coglie l’esigenza fondamentale di un approccio diverso e più organizzato all’accoglienza. Non state mettendo in discussione l’assessore perché quella sera non ha fermato il dibattito a Gaiabanella, ma mettete in discussione il tema dell’immigrazione e dell’integrazione”.

Tagliani dice di “non cadere nella trappola” e quindi parla solo dell’accoglienza per cui “il Comune di Ferrara sta pagando un prezzo politico troppo alto perché deve farsi carico dei migranti rifiutati dagli altri Comuni. E’ un problema che pongo anche al mio partito ma difendo la Sapigni perché i 726 migranti che ospitiamo in 56 strutture della provincia di Ferrara non hanno dato origine a significativi moti di ribellione dei cittadini”.

“Quando chiedo ‘dove li mettiamo?’ e qualcuno mi risponde ‘nell’umido’, io voglio capire se sono le dimissioni da essere umano che devo chiedere a quella persona o se ho di fronte a me consiglieri comunali che sono capaci anche loro di fare politica” tuona Tagliani nella standing ovation del pubblico prima di attaccare l’opposizione: “Fate demagogia, volete infilare il dito della piaga ma non avete un progetto credibile“.

OLYMPUS DIGITAL CAMERALe critiche sono rivolte a tutto il centrodestra, “azzerato da iniziative di chi lavora fuori dal consiglio comunale” alludendo alle azioni di Nicola Lodi (Ln) presente in prima fila negli spalti, e in particolare a Ilaria Morghen (M5S) che ha definito Ferrara una città “malata” in quanto “governata sempre dai soliti noti che privano il Comune di trasparenza e partecipazione ma lo riempiono di sindrome di onnipotenza”. “Non è una città malata ma democratica” replica Tagliani che dice di essere “sostenuto dalle 42mila preferenze prese alle elezioni”.

Sempre la consigliera pentastellata aveva accusato la Sapigni di essere “socia in affari” con Camelot nel “business dell’accoglienza che apre le porte a tutti”, definendo “esecrabile” il comportamento dell’assessore di “proseguire con un blitz il trasferimento dei profughi in una villa con piscina Gaibanella nonostante il parere contrario della cittadinanza”. Partono gli applausi del pubblico ma Fiorentini frena l’entusiasmo: “Sono frasi false passibili da avvocato“.

Una dichiarazione che a sua volta ha mandato su tutte le furie Giovanni Cavicchi della Lega (“con queste minacce non siamo liberi di esprimere le nostre idee, non siamo disponibili a subire la tracotanza di questa amministrazione”) e Francesco Rendine di Gol (“questa sinistra si preoccupa di intimorire chi dice la propria opinione”).

Se la Sapigni rimane è il miglior regalo elettorale che potete farci” ironizza Matteo Fornasini (FI) ripercorrendo le “mirabolanti e straordinarie gesta dell’assessore (percezioni soggettive, buco dell’Asp, caso Camelot e ora Gaibanella”) la quale, secondo il consigliere forzista, “avrebbe dovuto dimostrare un briciolo di dignità e dimettersi come farebbe un’amministrazione credibile, seria e responsabile”.

Le accuse mosse dall’opposizione per la vicenda di Gaibanella sono sostanzialmente due: “La scelta inopportuna di collocare trenta profughi in una villa con piscina e non aver verificato che quella operazione non si poteva fare perché il contratto impediva la sublocazione”. La maggioranza si difende e dice che “non era compito dell’assessore visionare gli atti” e che “non cederà mai sui valori dell’accoglienza perché è un dovere umano e istituzionale” ribadisce Vitellio.

“Il dibattito è libero e legittimo, peccato che la maggioranza abbia blindato l’assessore e non abbia dato una risposta sui capi di imputazione della mozione” conclude Spath che, a margine della seduta, lamenta la “debolezza della Sapigni che non è intervenuta e ha fatto parlare gli altri per lei”. “Io ho cercato di spiegarmi a Gaibanella, non ho vissuto questo momento come un attacco personale” taglia corto l’assessore a fine consiglio tra gli abbracci dei suoi colleghi.

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