Recensioni
9 Settembre 2016
Interviste dalla 73a Mostra internazionale del Cinema di Venezia

Natalie Portman si fa in… due

di Redazione | 3 min

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index1Presente a Venezia 73 con due film la bellissima Natalie Portman, attrice e regista israeliana ormai made in U.S.A., ex- bimba prodigio: il suo primo ruolo di attrice fu nel film d’azione francese del 1994 Léon, con un Jean Reno incredibile.

Sempre più brava e matura, la Portman ha dato due ottime prove d’attrice, benché notevolmente avulse l’una dall’altra.

La prima è l’interpretazione di Jacqueline Bouvier Kennedy, poi Onassis, in Jackie, il biopic in concorso – anche se il regista cileno Pablo Larrain non ama definirlo così, come ha detto in conferenza-stampa – che narra la storia della vedova di JFK nei pochi giorni successivi all’assassinio del Presidente americano a Dallas, a ridosso dei suoi funerali poi svoltisi a Washington.

Certo non si sentiva la mancanza di un’ulteriore testimonianza – seppur ‘vista’ con gli occhi diretti di Jackie, già sarebbe bastato il JFK del 1991 di Oliver Stone.

Ma è proprio la performance della Portman Premio Oscar 2011 come miglior attrice protagonista per Il cigno nero di Darren Aronofsky che aveva presentato a Venezia l’anno prima – a renderlo credibile, pur nel suo eccessivo perfezionismo, nel suo esser fin troppo estetizzante eppur molto prevedibile e scontato, per lo meno dal punto di vista più classico della cinematografia americana: praticamente perfetta, fredda, formale all’esterno, passionale, determinata nel decidere il futuro immediato della sua esistenza, di quella dei suoi figli, del funerale di suo marito.

Altrettanto buona, matura, consapevole, seppur lontana anni luce dall’altra, l’interpretazione della Portman in Planetarium, opera fuori concorso della giovane sceneggiatrice e regista parigina Rebecca Zlotowski.

index2Opera visionaria ambientata negli anni Trenta – anche qui notevole l’accuratezza non casuale dello scenariò, dei costumi, dei riferimenti tutti voluti dalla stessa regista – che affronta il tema dello spiritismo omaggiando il cinema delle origini.

Del cast del film fa parte anche Lily-Rose Melody Depp, la bellissima figlia 17enne di due ‘sacre’ icone del cinema e della moda come Johnny Depp e Vanessa Paradis, co-protagonista rispetto alla Portman: entrambe, oggi, in conferenza-stampa hanno ammesso di essersi trovate molto bene, l’una con l’altra, lavorando insieme, una simbiosi che si può ben apprezzare nella visione della pellicola.

Certo un film quasi totalmente femminile – è stato detto – regista, cast e spirito son tutti dalla parte di…Eva, ma, come ha sottolineato la Portman: “Ciò che è importante è che anche le donne siano riuscite a creare e girare film, ma ciò che davvero importa non è il genere. Per me, non esistono generi, è l’opera a dover essere valida e la Zlotowski l’ha resa davvero tale. Mi ha molto onorato lavorare con lei. Se me lo proponesse, domani inizierei subito un’altra pellicola, con lei”.

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