Spettacoli
28 Agosto 2016
Dietro le quinte del Festival, quattro chiacchiere con il gruppo austriaco

Buskers, alla scoperta del classico contemporaneo dei Mozartband

di Redazione | 3 min

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Mozartband

di Silvia Franzoni

I Mozartband, dell’Austria, portano con sé il cuore. Se si mette da parte la golosità e ci si dimentica della Sachertorte, non si può non ricordare l’Austria come paese d’origine del più famoso tra i compositori classici, Wolfgang Amadeus Mozart.

La genialità del compositore settecentesco trova riprova nel fatto che le sue opere si prestano, dopo più di 300 anni, ad essere suonate, ri-suonate, ri-arrangiate, attualizzate. E i Mozartband sono maestri in questo genere di cose.

“L’idea nasce semplicemente dal fatto che io sono un grandissimo fan di Mozart”, ci racconta il polistrumentista Wolfgang Staribacher che raggiunto il disco di platino in patria, “e raccolta una discreta somma che mi avrebbe permesso di vivere bene senza fare molto per un bel po’ di tempo”, si è messo invece a girare l’Europa. In sella alla sua bicicletta, ad esempio, ha raggiunto Ferrara diverse volte, sia per il Buskers Festival – di cui è stato ospite, con varie formazioni, nel 1995 e nel 2003 – sia durante l’anno. “E devo dire – confessa – che Ferrara è una delle poche città italiane con un’ottima qualità della vita, si vive tranquilli ed è bellissima, ma non c’è un’anima se non nel periodo dei Buskers”. Noi sorridiamo e continuiamo a chiedergli del suo progetto.

“Studiando i brani giovanili di Mozart, con quei suoi ormoni in subbuglio che sono confluiti in un’esplosione di note – racconta Wolfgang – nella mia testa si è acceso qualcosa quasi spontaneamente: si prestavano ad essere rimaneggiati, rifatti con altri strumenti, insomma, potevo partire da lì e fare qualcosa tutto mio”. E così ha fatto, per anni, con tanti musicisti diversi – dal beatboxer, al violinista, alla soprano Yasmin Piruz con cui ora si esibisce – creando pezzi originali di musica contemporanea che respirano la classicità mozartiana, ed esibendoli per mezza Europa.

“Non tutti ci apprezzano, più ci si allontana da Vienna e più ci applaudono: a Graz storcono ancora il naso, a Salisburgo va un po’ meglio, a Monaco invece ovazioni”. La loro musica, tacciata talvolta come dissacrante, infatti, non piace a tutti: “piace di certo a chi conosce Mozart”, ci dice.

Ma anche senza essere grandi conoscitori di armonia e solfeggio, i Mozartband sanno conquistare: in acustico, quando si esibiscono al pomeriggio, e con l’amplificazione, quando compaiono le stelle; a rendere la complessità dell’esibizioni ci pensa una piccola curiosità che ci svela Wolfgang in conclusione. “Il progetto è molto sofisticato – ricorda – con l’amplificazione i bassi arrivano in ritardo, ad esempio, e devo suonarli in anticipo. La melodia invece deve essere perfettamente a tempo: quando suono, ho il cervello diviso in due, una parte fa una cosa con la mano sinistra, l’altra cura quello che fa le destra”.

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