Attualità
30 Luglio 2016
Il sindacato chiede alla Regione più gestione diretta del servizio urgenza, mentre i pentastellati annunciano un esposto in procura

Ambulanze e volontariato, M5S e Uil chiedono un cambio di rotta

di Redazione | 3 min

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ambulanzeTra cooperative e associazioni di volontariato, meglio scegliere la terza via. Mentre infuriano le polemiche di Cgil e Cisl verso l’Ausl (che nei giorni scorsi ha affidato con una determina da 2,7 milioni di euro il 50% del servizio urgenza del 118 alle associazioni di volontariato accreditate), la Uil propone alla Regione di ragionare su un modello alternativo e di iniziare un graduale percorso verso la gestione diretta del servizio. In modo da assicurare una corretta preparazione e formazione del personale (tema assai dibattuto quando entrano in gioco le associazioni di volontariato) mettendo in discussione il criterio del massimo risparmio che attualmente risulta decisivo negli appalti. “Siamo fermamente convinti – affermano i responsabili del sindacato – che quando si parla di servizi indispensabili come il sistema di emergenza-urgenza del 118 il miglior modo per perseguire l’esclusivo interesse pubblico sia quello di assumere alle pubbliche dipendenze il personale, compresi gli autisti, che se ne deve occupare”.

La presa di posizione della Uil muove da un presupposto ben preciso: il fatto che – allo stato attuale – cooperative, associazioni di volontariato e aziende sanitarie pubbliche vengono ‘equiparate’ dalla Regione e quindi, sulla carta, garantiscono lo stesso livello di qualità del servizio. Negli ultimi anni il ricorso agli affidamenti è quindi aumentato notevolmente, in conseguenza della delibera del 199 che consente “il ricorso alla attività delle associazioni di volontariato e della Cri e di imprese del settore nell’ipotesi in cui il contraente risulti economicamente più conveniente rispetto la gestione diretta e che comunque il ricorso ai privati non potrà essere preponderante nel sistema, onde sviluppare la partecipazione dei cittadini alle attività di soccorso”.

Da diversi anni la Uil – Fpl di Ferrara – dopo aver segnalato la particolare situazione alle autorità competenti, anche attraverso un esposto in procura – sostiene che “se in futuro le istituzioni intendono evitare il rischio di esporsi a rendite di posizione privata, a possibili logiche di profitto, al ricatto occupazionale, o a qualsiasi altra ipotetica strumentalizzazione, devono decidersi a cambiare politica, stabilendo che servizi delicati e di particolare rilevanza sanitaria come i trasporti in emergenza devono essere non co-gestiti con soggetti ed enti privati ma gradualmente recuperati ad una integrale gestione diretta, con personale esclusivamente alle proprie dipendenze: autisti soccorritori, infermieri e medici. Siamo fermamente convinti – conclude il sindacato – che quando si parla di servizi indispensabili come il sistema di emergenza-urgenza del 118 il miglior modo per perseguire l’esclusivo interesse pubblico sia quello di assumere alle pubbliche dipendenze il personale, compresi gli autisti, che se ne deve occupare”.

Chi avanza anche sospetti di possibili illeciti negli affidamenti del 118 è il Movimento 5 Stelle di Ferrara, che dà notizia di una nuova indagine della procura di Ferrara nata proprio da un esposto del gruppo consigliare. I pentastellati ferraresi affermano infatti di non aver mai ricevuto risposta da parte dell’amministrazione comunale a “ben due interpellanze negli anni 2015-16, l’ultima lo scorso marzo, quando si sono avuti i primi segnali di quanto adesso sta esplodendo, nella quale veniva evidenziata anche “la palese e dimostrata disparità di formazione e addestramento al quale, secondo le linee guide dell’accreditamente regionale, deve sottoporsi il personale volontario a confronto del personale strutturato/dipendente/non volontario'”. Il tutto “in nome di costi inferiori, ma a scapito di un servizio pubblico essenziale così delicato”. Il M5S aveva espresso pubblicamente anche in dicembre queste perplessità verso le associazioni di volontariato.

Interpellanze rimaste senza risposta, dal momento che “né il sindaco, primo responsabile di questa situazione, né l’assessore Sapigni hanno mai fornito la documentazione richiesta circa le procedure di accreditamento e valutazione del personale volontario impiegato, con specifico riferimento alle caratteristiche di selezione per performance fisica e competenza professionale e circa il rispetto degli orari di impiego secondo normativa, né dei compensi derivati e documentati”.

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