Il dibattito sul nuovo testo che disciplina i processi di fusione tra Comuni è stato lungo e complesso, in assemblea legislativa, e non privo di qualche momento di tensione. La Lega Nord rivendica di “avere migliorato in buona parte la proposta di legge iniziale”, ma critica anche il “muro ideologico del Pd, nel rifiutare alcune proposte ritenute di buon senso”.
“Quello che abbiamo cercato di fare capire all’aula – spiega il capogruppo regionale della Ln, Alan Fabbri – è il fatto che le fusioni non devono andare avanti a prescindere, come vorrebbe il Pd, quasi che questo accorpamento sistematico dei Comuni sia un fatto quantitativo da esibire a fine legislatura. Forse anche per sistemare alcune questioni politiche, in zone dove ha perduto consenso in questi anni… Riteniamo, al contrario, che le situazioni in cui si avvia un processo di Unione dei Comuni vadano studiate caso per caso, facendo attenzione alle identità territoriali, ed ascoltando il parere della gente”.
Proprio sulla situazione referendaria, il Carroccio ha cercato fino all’ultimo di convincere la maggioranza su di un fatto che “sembra di una ovvietà assoluta – incalza Fabbri –. Ovvero, se tre comuni vanno al voto sul referendum e il risultato complessivo dovesse essere positivo, può essere che in uno dei tre territori possa vincere il ‘no'”.
In questo caso, nel Comune dove il referendum è stato bocciato “si dovrebbe tornare in consiglio comunale, tenendo conto del parere contrario dei cittadini. Invece – sottolinea la Lega – il Pd, in questo caso, ha scelto di andare dritto su una scelta di metodo sbagliata, ostinandosi a non capire una ragione di buon senso. In questa direzione andava un emendamento al testo e per questa ragione abbiamo più volte chiesto che questa legge fosse scritta insieme”.
Il confronto è stato costruttivo su altri punti, che hanno permesso di “migliorare la legge che disciplina le fusioni. Certo è che, negli enti amministrati dalla Lega, i nostri sindaci rifletteranno in modo attento sulla possibilità di fusione, per evitare corto circuiti e nel rispetto della volontà degli elettori”.
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