Cronaca
26 Luglio 2016
In una lunga lettera Salvatore Ciammaichella ribadisce che il colpo di pistola è partito accidentalmente

Omicidio del Po. L’ex carabiniere: “Solo un tragico incidente”

di Redazione | 2 min

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Salvatore Ciammaichella (foto tratta dal profilo Facebook)

Salvatore Ciammaichella (foto tratta dal profilo Facebook)

Ha ripetuto quanto dichiarato nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Alessandra Martinelli lo scorso 7 giugno, di non aver cioé voluto uccidere Antonio Piombo. In una lunga lettera, i cui contenuti vengono riportati dal quotidiano Il Gazzettino di Padova, l’ex maresciallo dei carabinieri di Cento Salvatore Ciammaichella ribadisce che si è trattato di un tragico incidente.

Ciammaichella è accusato di aver ucciso il 60enne Antonio Piombo, che lavorava nel bar della stazione di Padova, nella golena del Po, a Garofolo di Canaro, e di quella uccisione riporta la sua versione, ammettendo di essere “in qualche modo responsabile”, ma che il colpo di pistola della sua Mauser calibro 7.65 è partito in modo accidentale.

Il racconto dell’ex maresciallo nella sua lettera collima in gran parte con quanto già affermato davanti al Gip. Ciammaichella riferisce di aver messo a letto la bambina dopo il rientro a casa da una pizzeria del ferrarese in cui svolgeva una seconda attività e di essere uscito di nuovo con la sua compagna. La coppia avrebbe raggiunto in auto la golena del Po a Garofolo e avrebbe fatto sesso fuori dall’auto. Improvvisamente la sua compagna ha notato un uomo sull’argine. Ciammaichella racconta di aver avuto l’impressione che non fosse solo e avesse in mano un bastone, e che mentre sui avvicinava “a voce bassa proferiva parole quasi incomprensibili, credo di aver capito le parole “anch’io” e “vi pago””.

L’ex maresciallo ha messo così mano alla pistola, riferendo che – questa la sua versione – non appena ha messo il dito nel ponticello per afferrarla è partito un colpo, quindi un secondo colpo mentre cercava di impugnarla correttamente.

Dopo l’uccisione Ciammaichella aveva però effettuato alcuni prelievi con il bancomat, ma secondo la sua versione non aveva problemi economici e i prelievi dovevano servire a depistare le indagini (i soldi, ha dichiarato, li avrebbe messi nella cassetta delle offerte della chiesa in via Ripe di Bagnara, nel Ravennate).

Nella stessa lettera Ciammaichella chiede perdono a Piombo, ma nello stesso tempo si lamenta della detenzione in carcere e chiede anche che la sua compagna venga liberata, in quanto, dice, non ha alcuna responsabilità nella morte del barista.

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