Terre del Reno
26 Luglio 2016
Presidio davanti allo stabilimento di Dosso che dovrebbe cessare l'attività a fine 2017

Lamborghini Calor, 88 dipendenti in sciopero contro la chiusura

di Redazione | 2 min

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lamborghini calor1Dosso. “Il piano industriale di Ferroli deve essere ritirato”, “i lavoratori devono essere tutelati”, “lo stabilimento Lamborghini Calor deve continuare ad esistere”. Sono solo alcuni degli slogan che accompagneranno lo sciopero di 8 ore con presidio che si terrà oggi, martedì 26 luglio, dalle 7.30 alle 12.30 davanti allo stabilimento Lamborghini Calor di Dosso.

“Il piano industriale che ci è stato presentato a San Bonifacio il 20 luglio scorso è ritenuto, da tutti i 1209 dipendenti del gruppo Ferroli in Italia, irricevibile – ricorda Samuele Lodi, segretario provinciale Fiom Cgil Ferrara -. L’idea che per assecondare il fondo Oxy e le banche sia necessario passare attraverso il licenziamento di 600 persone è da respingere senza esitazioni”.

Le condizioni definite poi per la Lamborghini Calor “sono ancora peggiori della situazione generale”. “La dichiarazione di un esubero del 50% dei dipendenti (cioè 44 su 88) e la dichiarazione di voler spostare il restante 50% degli addetti negli stabilimenti di San Bonifacio, alle porte di Verona, chiudendo definitivamente alla fine del 2017 lo stabilimento di Dosso – spiega Lodi – equivale a determinare una condizione nella quale tutti gli 88 dipendenti risulteranno esuberi, considerando poco probabile trovare lavoratrici e lavoratori disponibili a trasferirsi nel veronese stravolgendo, così, le vite proprie e delle famiglie”.

E tutto questo “in una provincia che ha già pagato un prezzo carissimo alla crisi di questi ultimi 10 anni – commenta il segretario provinciale Fiom -: Romagna Ruote-Fpi, Bbs-Igs, Oerlikon Graziano, Fonderie Melter, Watts Industries, Felisatti, Stayer, Decotrain, Ce.Car.Fer, Roter… sono tutte aziende metalmeccaniche che hanno cessato l’attività lasciando in eredità al territorio centinaia di disoccupati”.

“Lamborghini Calor deve avere una prospettiva diversa – conclude la Fiom Cgil -. Non ci può essere rassegnazione rispetto un piano che, ancora una volta, fa pagare le conseguenze ai lavoratori di strategie industriali sciagurate, che negli anni hanno prodotto un debito spaventoso al gruppo, e del sistema delle banche che, cinicamente, concede tanto più finanziamenti a chi tanto più licenzia. Il piano industriale di Ferroli deve essere ritirato. Ci vuole un nuovo piano che tuteli l’occupazione e dia prospettive produttive a tutti gli stabilimenti del gruppo, Lamborghini compresa”.

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