Recensioni
10 Luglio 2016
Dirigeranno rispettivamente la sezione Orizzonti e il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro

Guédiguian e Rossi Stuart dirigono le giurie alla Mostra del Cinema di Venezia

di Redazione | 3 min

robertSaranno uno dei migliori registi francesi d‘aujourd’hui, Robert Guédiguian (Marius et Jeannette, 1997, La ville est tranquille, Les neiges du Kilimandjaro, 2011) e l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart (Le chiavi di casa, Romanzo criminale, Anche libero va bene), a dirigere le Giurie della 73a Mostra del Cinema di Venezia, rispettivamente per la sezione Orizzonti e per il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro. Presidente della Giuria del Concorso Venezia 73 – come già scritto – è il regista Sam Mendes.

Di rilevanza le due scelte: le due sezioni presentano, spesso, film di grande spessore, a volte meritevoli di partecipazione al Concorso Internazionale.

Robert Guédiguian, nativo di Marsiglia può giustamente essere considerato il suo moderno aedo. E’ il luogo in cui è nato e vissuto e dove si svolge La ville est tranquille, presentato a Venezia nel 2000, una delle sue migliori pellicole – protagonista sempre la sua compagna di vita e musa, la versatile Ariane Ascaride, pure marsigliese, ed uno dei suoi più cari amici, l’eccellente Jean – Pierre Darroussin, suo attore-feticcio di fama.

Il curriculum cinematografico di Guédiguian è una sorta di saga della sua città, scandagliata con amore ed introspezione psicologica non comuni, nei riguardi dei quartieri meno agiati, come le banlieues dove vive la povera gente, come dice lui stesso –  anche se il cinema francese spesso, in genere, privilegia ed affabula, con grande intelligenza, di tale peculiarità.

Guédiguian, tematicamente un po’ un Ken Loach o Mike Leigh francese, non si è però mai dimenticato del suo ‘sangue misto’: figlio di una tedesca e di un armeno, ha reso omaggio al Paese paterno, un Luogo fuori da sé che lui non ha mai particolarmente rivendicato come proprio, ma che ha saputo descrivere con innocente stupore  girando Le voyage en Arménie, nel 2006, con un’ottica tutta sua.

rossi stewardKim Rossi Stuart, dal canto suo, è divenuto, nel tempo e con molti sacrifici, uno dei nostri migliori attori, sia dal punto di vista cinematografico, televisivo che teatrale.

Affrancatosi dai primi ruoli con il padre, Giacomo Rossi Stuart, performer, spesso,  di film di genere – aveva iniziato la carriera con i fotoromanzi, un genere ormai misconosciuto e…vintage – ha saputo ‘crescere’, a poco a poco, interpretando ruoli sempre più complessi, intensi, a volte da protagonista.

Più volte figura di spicco alla Mostra del Cinema di Venezia, di lui si ricordano alcune delle più note interpretazioni, tra cui Le chiavi di casa (2004) di Gianni Amelio e Vallanzasca (2010) di Michele Placido. Per Anche libero va bene (2006), suo esordio dietro la macchina da presa, Rossi Stuart è stato premiato con il David di Donatello ed il Nastro d’Argento del SNGCI, come miglior nuovo regista.

Ma Kim va ricordato anche per esser stato, nel 1995, parte del cast di Par de – là les nuages – Al di là delle nuvole, il penultimo film di Michelangelo Antonioni cui collaborò Wim Wenders, tratto dal libro del 1983 dello stesso Antonioni, Quel bowling sul Tevere – già pura prospettiva letterario – visiva. Il film venne presentato lo stesso anno fuori Concorso a Venezia nel 1995.

Per altro l’attore fu protagonista, insieme con Ines Sastre, proprio dell’episodio che apre il film, girato tutto tra Ferrara e Comacchio, con lo splendido ‘occhio prospettico pierfrancescano’ di Michelangelo, lo stesso che già esiste nel suo primo lungometraggio, Cronaca di un amore, del 1951.

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