Politica
11 Luglio 2016
In causa dal 2010 per ottenere i rimborsi da 2,5 milioni di euro per mancato gettito Ici

Il Comune di Ferrara porta in tribunale i ministeri dell’Interno e Finanze

di Redazione | 3 min

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piazza_municipio_ferraraDavide contro non uno, bensì due Golia. Il Comune di Ferrara è da anni in causa contro due ministeri, quello dell’Interno e quello delle Finanze, per ottenere 2 milioni e 450 mila euro di mancato gettito Ici per gli anni 2009-2011.

La vertenza accomuna Ferrara con molti altri Comuni d’Italia che dal 2009 si sono visti sensibilmente ridurre i trasferimenti dallo Stato per via di una interpretazione della legge da parte dei ministeri cambiata radicalmente, a detrimento delle casse municipali.

Il nodo riguarda l’Ici dei fabbricati commerciali e industriali, quelli della “categoria D”. Prima del 2000 l’Ici veniva calcolata in base al valore degli immobili iscritto a bilancio dalle aziende, rivalutato convenzionalmente di anno in anno. Dal 2000 le cose sono cambiate per via dell’ iscrizione al catasto di tali immobili con conseguente attribuzione di una rendita catastale, generalmente più bassa rispetto al valore che veniva iscritto a bilancio, comportando così una notevole perdita di introiti per le casse comunali.

L’articolo 64 della della legge n. 388 del 2000 prevedeva però una salvaguardia: lo Stato compensava le perdite, versando ai Comuni la differenza tra il valore precedente (quello basato sull’iscrizione a bilancio) e quello nuovo scaturito dall’autodeterminazione della rendita catastale se la perdita risultava “di importo superiore a 3 milioni di lire e allo 0,5% della spesa corrente”. Tutti contenti.

Dal 2009 la musica però cambia: i ministeri dell’Economia e dell’Interno decidono unilateralmente di cambiare il criterio di calcolo in vigore fin dal 2001, interpretando la normativa nel senso che le compensazioni statali vanno attribuite solo se nel singolo anno di riferimento si siano verificati nuovi minori introiti rispetto a quelli verificatisi nell’anno precedente, purché maggiori delle soglie previste dalla legge.

In sostanza, dal 2009 in poi, il calcolo viene unilateralmente limitato alla sola perdita di gettito Ici registrata sugli immobili passati ad autodeterminazione nel singolo anno, senza più considerare quelle emerse in periodi immediatamente precedenti. Così facendo però molti Comuni non sono più riusciti ad ottenere le compensazioni dato che, calcolata su base annua, la perdita di gettito difficilmente superava le soglie minime per poterle attivare.

Come se non bastasse, i ministeri hanno iniziato a chiedere un ricalcolo anche delle somme già erogate, pretendendo l’applicazione retroattiva della propria interpretazione normativa, generando così altre perdite per le casse dei Comuni.

È nata così una lunga battaglia legale con l’Anci e molti Comuni italiani che già hanno visto molti tribunali dar loro ragione. Ferrara ha provato una prima strada ricorrendo nel 2010 al Tar del Lazio, che però si è dichiarato incompetente, rinviando la materia al tribunale ordinario che, con sentenza pubblicata il 12 maggio 2016, ha dato ragione al Comune estense e alla sua pretesa di vedersi riconosciuti rimborsi per circa 2,5 milioni di euro.

Ma non è finita qui, perché i due ministeri hanno già presentato appello e, con i tempi della giustizia civile italiana, la decisione non arriverà a breve. “Non ci cambiano la vita – commenta l’assessore al bilancio, Luca Vaccari –  e, anche se farebbero comodo, non teniamo conto di queste risorse nel nostro bilancio finché non arriviamo all’ultimo grado di giudizio, perché sappiamo già che i ministeri vorranno andare fino in Cassazione”.

Intanto il tutto è già costato circa 12mila euro di spese legali.

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