Politica
2 Luglio 2016
Prosegue la polemica tra ambientalisti e amministrazione. L'attivista critica ancora le spiegazioni del Comune

Alberi e stadio. Mantovani: “Insulti da Tagliani, dato mandato a legale”

di Daniele Oppo | 3 min

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Tommaso Mantovani

Tommaso Mantovani

La parola fine sulla querelle dei 15 alberi abbattuti per i lavori di adeguamento dello stadio Paolo Mazza non accenna ad arrivare, in compenso sembrano aprirsi possibili scenari giudiziari con la polemica che si sposta sul personale.

Tommaso Mantovani, uno degli attivisti più in vista nella battaglia, non ha infatti preso bene alcune parole pronunciate dal sindaco Tiziano Tagliani durante l’ultima conferenza stampa dell’amministrazione sul tema: “Non mi soffermo sugli insulti di carattere personale, per i quali ho già dato mandato al mio legale”, esordisce Mantovani, “Nel dibattito politico vanno messi in conto e non mi fanno alcuna paura, ma credo che un primo cittadino debba evitare reazioni scomposte e di perdere il controllo, anche quando venga toccato un nervo scoperto. La questione dell’adeguamento normativo dello stadio Paola Mazza, a spese anche del Comune di Ferrara, riguarda tutta la cittadinanza e i residenti in particolare, non solo l’entourage della maggioranza o i tifosi spallini, di cui, peraltro, mi pregio di fare parte. Imu e tari la pagano tutti, almeno in teoria, anche chi non l’ha mai votato”.

Mantovani poi contrattacca sottolineando “l’utilizzo di certi artifici retorici per ‘inquinare le fonti” dell’avversario’, cioè metterlo in cattiva luce come persona, per svalutare le sue argomentazioni”. Il riferimento esplicito è il  “tentato il coup de théatre, facendo un confronto ‘quantitativo’ tra il progetto che avrebbe salvato i 15 alberi secolari e quello che invece li ha fatti abbattere: come se la scientificità di uno studio di fattibilità si misurasse a peso o a centimetri. Ricordo poi che il progetto in discussione l’abbiamo recuperato in pochi giorni, dopo che l’assessore Modonesi ha detto che ‘non c’erano progetti alternativi’. Sono infatti rimasto perplesso quando quest’ultimo ha ammesso di non esserne a conoscenza, nonostante fosse stato deposto in Questura da almeno 2 anni. Forse un’indagine conoscitiva e preventiva più approfondita, con una gara di progettazione, cui sarebbe tenuto un funzionario pubblico, non l’avrebbe messo in luce?”.

In conferenza stampa è stato spiegato che il progetto alternativo ‘alternativo’ era stato presentato quando la Spal giocava in seconda divisione, due anni fa, e già in quell’occasione non aveva superato il vaglio di quella divisione, non essendosi neppure proceduto nell’iter.

“Trovo inoltre risibile – continua comunque Mantovani, proprio sul punto – che venga giudicata ‘inadeguata’ alla normativa una relazione preliminare, che per definizione non è completata, contrapponendole un progetto già adottato e a pagamento, che ha avuto più tempo di essere approfondito; e che, a sua volta, ricorre comunque a diverse deroghe, come ad esempio, nelle metrature pro capite per le gradinate. Che poi a confrontarli e a giudicare sia lo stesso tecnico, autore del progetto in fase di realizzazione, mi ricorda il vecchio detto di “Non chiedere all’oste…”.” C’è però da dire che, su queste basi, varrebbe anche il ragionamento opposto: come è possibile presentare come alternativa a un progetto ‘finito’ una semplice relazione preliminare?

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