Politica
30 Giugno 2016
La parola all’amministrazione comunale, che rimanda al mittente le accuse degli ultimi giorni

Alberi e stadio. Tagliani: “Sono stufo di ascoltare balle”

di Redazione | 4 min

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1c6a8bb0-7f9c-476c-b134-afc6840af2b9di Silvia Franzoni

No, non c’era alcuna opzione alternativa per l’adeguamento dello Stadio Paolo Mazza: a rimandare le accuse al mittente, e con una palpabile stizza, è il sindaco Tagliani, intervenuto in quello che vuole essere l’atto conclusivo della questione alberi e stadio.

Per prima cosa, il tema dell’abbattimento di fonti d’ossigeno: “non volgiamo passare per assassini di alberi: ne abbiamo piantati 56 solo il mese scorso, circa 300 in questi anni e la qualità e quantità del verde pubblico dimostra che nei confronti degli alberi abbiamo il massimo rispetto”. Poi la ripetuta critica della mancata comunicazione: “la notizia è stata data per tempo, la stampa la riporta dai primi di giungo – estense.com ne diede conto già il 6 giugno, ndr – e se qualcuno in quei giorni era addormentato non è un problema nostro”. Infine la tirata d’orecchie alla stampa, “perché dà spazio a chi racconta balle clamorose e mi accusa di essere stato in Commissione di vigilanza: non è vero – ribatte – non ho mai partecipato”. Si accoda anche l’assessore allo sport Merli: “non ci saranno dimissioni – tuona – e poi smettiamola di dire che abbiamo fatto tutto di fretta: l’unica cosa che abbiamo fatto alla fine è stata l’approvazione di variazione di bilancio, capite bene che impegnare 1 milione e 700 mila euro di risorse pubbliche senza avere la certezza della promozione della squadra, quello sì era danno erariale”.

L’opzione alternativa paventata giusto ieri pomeriggio dagli attivisti contrari all’abbattimento è poi presto smontata: “è uno studio di fattibilità che abbiamo recuperato ieri, un progettino, 10 pagine inaccettabili, inadatte” ammonisce l’amministrazione. A rendere visiva la differenza ci pensano i tecnici dello studio dell’ing. Lorenzo Travagli, responsabile del progetto: quattro faldoni contro un plico di dieci pagine. E Tagliani, esorbitando forse dalla normale querelle politica, se la prende con chi ha montato la polemica: “non è colpa dell’ingegnere, è colpa di qualche improvvisato attore che trovando chiusa la selezione per ‘Uomini e Donne’ ha deciso che sul giornale ci deve andare in altra maniera”.

Lo studio di fattibilità ‘alternativo’ era stato presentato quando la Spal giocava in seconda divisione, nel maggio 2014. Ma non aveva superato il vaglio di quella divisione e per questo “mai è stato discusso – precisa l’assessore ai lavori pubblici Modonesi – nei circa 40 incontri della Commissione fatti a partire dal 2014”. Lo precisa anche l’ex arbitro ing. Carlo Longhi (delegato Lega calcio e Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive) in chiamata Skype: “un progetto deve essere approvato da questura e vigili del fuoco, poi deve ricevere il benestare del Coni e della Figc e da ultimo arriva in Commissione di Vigilanza: non mi sembra che progetti precedenti a quello attuale (l’esecutivo dell’ing. Travagli, ndr) abbiano seguito questo iter – sentenzia – né abbiano ottenuto queste autorizzazioni perché evidentemente non rispettavano i rigidi standard di sicurezza”.

Sicurezza che è invece principio cardine del progetto di Travagli, come evidenzia lo stesso ingegnere: “il nostro percorso è durato due anni, è stato seguito dai due questori e siamo riusciti a trovare un ottimo. In curva – spiega – l’area di massima sicurezza rispetta i minimi normativi di 1 metro quadro ogni due persone mentre davanti alla tribuna abbiamo proceduto per deroghe concesseci dalla Commissione; le demolizioni fuori dalla tribuna permettono i minimi fisici per i controlli, era impossibile abbattere meno di 15 alberi”.

L’unica vera alternativa, torna a ripetere l’assessore Aldo Modonesi, era la costruzione di un altro stadio, “cosa che avrebbe comportato un indebitamento della città per 20 anni, un costo di 30 milioni di euro e uno stadio Mazza vuoto proprio in piena zona Gad”.

E mentre in questi giorni la polemica s’infiammava sui social e sui giornali, i lavori al Paolo Mazza – come rendicontato i tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici – proseguivano a pieno ritmo. Sono continuate le demolizioni delle recinzioni per realizzare le aree di prefiltraggio e i controlli delle canalizzazioni per l’impiantistica, si è già fatto il programma delle forniture, si avvieranno i lavori in esterno e proseguono i lavori di officina. Il tutto “per permettere alla Spal – chiosa il presidente della società calcistica Walter Mattioli – di giocare nel migliore dei modi la Serie B fin dalla prima partita, il 3 settembre”.

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