Attualità
30 Giugno 2016
Il Centro Donna Giustizia presenta il suo report 2015

Un tango contro la violenza

di Redazione | 4 min

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di Silvia Malacarne

Il Giardino delle Duchesse di Ferrara è sempre stato un luogo molto suggestivo, ma nella serata del 29 giugno lo è ancora di più: percorrendo l’ingresso si vedono disseminate, su entrambi i lati, diverse paia di scarpe rosse. Non servono parole per capire di cosa si tratta. Nel Giardino vi è un’installazione realizzata in omaggio al progetto dell’artista messicana Elina Chauvet “Zapatos Rojos”, proposta per la prima volta nel 2009 a Ciudad Juàrez, dove si cominciò a parlare di femminicidio perché dal 1993 oltre un migliaio di donne vengono rapite, stuprate, uccise, nella totale impunità dei responsabili.

“Il tango si balla con il cuore e non con i piedi e nel cuore non c’è posto per la violenza”, è il titolo che il Centro Donna Giustizia ha voluto dare all’incontro, apertosi con il monologo di Giulia Aguzzoni che legge una lettera toccante, racconto di una vittima di stupro. “La violenza non è mai giustificabile; non si dimentica”, sono parole forti, toccanti, spaventose.

Segue un’esibizione di due ballerini del Collettivo Tango, un’associazione di promozione sociale e senza fini di lucro, che unisce tecnica e passione per la danza argentina.

“Non faremo uno spettacolo tradizionale, ma una prova di comunicazione realizzata grazie alla generosità di tutti i presenti – annuncia Paola Castagnotto, presidente del Centro Donna Giustizia – Il nostro obiettivo è non far sentire le donne vittime predeterminate e creare condizioni per cui possano trovare la forza e il coraggio di emanciparsi”.

Il Centro si occupa di accoglienza, ascolto, accompagnamento, solidarietà, consulenza legale e psicologica, auto-aiuto e formazione. Per la prima volta il Centro ha deciso di presentare il report annuale delle proprie attività in un luogo aperto, per parlare a un pubblico più ampio, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza delle persone sul tema della violenza sulle donne, dal momento che solamente 15 paesi in Europa hanno attivato una linea diretta per la loro difesa.

Il 26 giugno è partita l’ennesima campagna europea, intitolata “Step Up”, nella speranza di smuovere le coscienze.

“Siamo qui anche per fare un appello: i Centri hanno bisogno di risorse e la nostra è una città molto generosa. Ogni anno porteremo il nostro report in luoghi diversi e, ci auguriamo, con sempre nuovi sostenitori e collaboratori” aggiunge la Castagnotto.

Nel corso della serata, intervallata da esibizioni di tango, vengono presentati i tre progetti di cui il Centro Donna Giustizia si occupa. Monica Borghi illustra “Uscire dalla Violenza”, che ha come obiettivo primario l’ospitalità nelle case rifugio a indirizzo segreto per donne che cercano di scappare da violenze solitamente subite dal proprio partner. “Spesso crediamo che questa realtà non ci riguardi; molte donne non ammettono che potrebbe capitare a loro” spiega Monica Borghi, ed è per questo che la conoscenza del fenomeno dev’essere patrimonio comune: conoscere è una nostra responsabilità.

Il Progetto ha accolto 287 donne, la maggior parte italiane, vittime di aggressori italiani. Le restanti provengono principalmente dall’Africa del Nord e dall’Est europeo. Tra i problemi fondamentali vi è il fatto che il 50% di questa donne sono disoccupate o con un reddito non sufficiente; di conseguenza spesso non lasciano il carnefice perché non hanno un posto in cui andare.

Il secondo progetto, “Oltre la strada”, viene presentato da Maddalena Bonafini; accoglie donne vittime di tratta e sfruttamento e ne favorisce l’inserimento sociale e lavorativo. “Ne abbiamo accolte 42, per la maggior parte nigeriane, e per la prima volta quest’anno si è rivolto a noi un uomo, un ragazzo tunisino” spiega Maddalena Bonafini.

Infine il progetto “Luna blu/Unità di Strada”che svolge attività sia diurna che notturna instaurando relazioni di fiducia con “sex workers”. Luna Blu si occupa di diritti, empowerment, assistenza sanitaria e tutela legale.

Partecipa alla serata anche Michele Balboni, appassionato di tango e autore del libro “La Diva del tango. Parole, musica e danza per contrastare la violenza alle donne”. Si tratta di un’opera al femminile che ha come protagoniste due donne; quella di Michele Balboni è una storia di fantasia, ma in un contesto storico e sociale che intreccia violenze diverse, quello dell’Argentina di 40 anni fa.

Il ricavato della serata tramite libere offerte sarà devoluto all’associazione per le attività dei progetti indirizzati alle utenti.

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