Ostellato
29 Giugno 2016
Le rappresentanze sindacali entrano nella polemica supportando la versione della Fiom: "Offesi dalle parole dell'ad Vento"

Fox Bompani, le Rsu: “Lavoriamo a zero gradi d’inverno e a 40 in estate”

di Redazione | 4 min

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fox bompani 1ùOstellato. L’intervento pacificatore del sindaco di Ostellato, Andrea Marchi, non è servito a placare la polemica. Lo scontro tra Fiom e Fox Bompani ora aggiunge un nuovo capitolo, questa volta con l’intervento delle Rsu.

Facciamo prima un piccolo passo indietro. La polemica nasce dall’accusa rivolta dalla Fiom all’azienda di interrompere i contratti di somministrazione per non pagare i giorni festivi ai lavoratori. La Fox Bompani, tramite l’ad Enrico Vento, ha controbattuto in maniera piuttosto dura, accusando il sindacato – Giovanni Verla della segreteria Fiom in particolare – di aver inscenato solo una “polemica estiva estiva per trovare un po’ di visibilità personale in occasione dell’arrivo del capo (il riferimento è all’arrivo a Ferrara di Maurizio Landini per la festa del sindacato dei metalmeccanici). In questa diatriba si è inserito il sindaco Marchi, richiamando entrambe le parti a tenere un comportamento dialogante, ricordando le recenti difficoltà dell’azienda e mettendosi a disposizione come mediatore.

Ma poche ore dopo l’intervento del primo cittadino di Ostellato le Rsu inviano una nota stampa a supporto della versione della Fiom e molto critica nei confronti dell’azienda. “Dopo aver letto i fatti dipinti dal dott. Vento ci siamo sentiti offesi, insieme a tutte le nostre colleghe e ai i nostri colleghi, e riteniamo doveroso dire come sono andate e come stanno andando davvero le cose”, esordiscono i rappresentanti sindacali Alessandro Agodi, Franco Amicarella, Mascia Capizzi e Fiorella Montanari, “Anche perché noi Rsu abbiamo partecipato a tutti gli incontri di discussione a differenza dello stesso dott. Vento”.

La loro versione dei fatti è questa: “Nell’incontro del 30 maggio l’azienda ci ha informato che nei giorni 29 e 30 giugno e 1 luglio sarebbero stati trasferiti gli uffici di Modena in altra palazzina con la necessità di staccare i server cui è connessa anche la rete informatica dello stabilimento di Ostellato. In questo modo gli impiegati di Ostellato non avrebbero potuto lavorare. L’azienda avrebbe quindi sfruttato il fermo obbligato per fare anche la manutenzione della cabina elettrica, come richiesto dall’Enel. Di questa scelta non abbiamo fatto altro che prenderne atto, anche perché non c’era motivo di sollevare nessuna discussione, considerato che si poteva utilizzare la cassa integrazione”.

Le differenze sorgono su un altro tema, quello della riduzione oraria nel periodo estivo (punto su cui Vento è stato molto severo con la Fiom): “Sottolineiamo che la richiesta negli anni è stata avanzata sempre dalla Rsu e dalla Fiom, l’unico sindacato presente in azienda a rappresentare i lavoratori. Si tratta quindi di una conquista sindacale, non di una concessione aziendale. Le condizioni ambientali nello stabilimento sono proibitive: tra gli 0 e i 5 gradi d’inverno, oltre i 40 gradi d’estate e l’azienda sono ormai alcuni anni che ci promette che vuole intervenire ma di interventi neanche l’ombra. Anzi ci racconta che gli scarichi di aria calda dei condizionatori degli uffici all’interno dello stabilimento non possono certo peggiorare la situazione. E in questi anni con la Fiom abbiamo fatto più di uno sciopero contro queste condizioni inaccettabili”.

“Ma noi non ci abbassiamo a dire che l’imprenditore dovrebbe stare in catena di montaggio in maniera provocatoria – proseguono le Rsu -. Noi facciamo il nostro lavoro e a lui chiediamo di fare il suo, che gli ricordiamo significa anche garantire condizioni dignitose e decorose per i lavoratori, e a tutt’oggi così non è. L’azienda, poi, si dimentica di dire che la riduzione va benissimo anche a lei perché ci aveva detto che altrimenti avrebbe dovuto fare almeno un giorno di cassa integrazione alla settimana, se non due in alcune settimane, a fronte della riduzione dei volumi produttivi. Tant’è che nel 2015 – spiegano i rappresentanti sindacali – a fronte di commesse l’azienda si è rifiutata di discutere la riduzione di orario, senza nemmeno concedere un solo minuto di pausa in più. E noi per la produzione allora abbiamo lavorato. Quindi accusare che la Fiom non volesse la riduzione oraria è pura falsità. Tant’è che abbiamo fatto il 15 giugno un ulteriore incontro con il direttore di stabilimento (non Vento) e con la Fiom per definire le modalità di riduzione di orario reparto per reparto”.

Qui nasce il ‘busillis’, il punto di rottura tra azienda e sindacati: “In quell’incontro – spiegano le Rsu – la Fiom ha sollevato il problema della gestione dei lavoratori somministrati per trovare tutte le tutele per loro. Ma la posizione dell’azienda, anche nei giorni successivi, è stata esattamente quella che la Fiom ha descritto: interruzione di tutti i contratti a part-time dal 28 giugno e dal 4 luglio. Tutto per non pagare una giornata di festività. E se anche alla amministrazione 7 giorni in meno di retribuzione – perché di questo stiamo parlando con la gestione scelta dall’azienda – sembrano pochi noi garantiamo che per i lavoratori non lo sono affatto. Come dicevamo all’inizio, ad aver letto queste repliche volgari e scomposte da parte dell’azienda ci siamo sentiti offesi. Ma constatiamo che raccontare la verità, come fatto dalla Fiom, deve fare molto male”.

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