Sport
25 Giugno 2016
Modonesi critico con i contestaori: "C'era il tempo per informarsi sui lavori, alternativa è un nuovo stadio da 30 mln e indebitare la città"

Stadio e alberi tagliati. Parla Mattioli: “Decisione sofferta, ma andiamo oltre”

di Redazione | 4 min

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unnamedÈ il presidente della Spal Walter Mattioli questa volta a prendere la parola in merito al taglio degli alberi in prossimità dello stadio, nell’ambito dei lavori comunali di ristrutturazione dell’impianto del Paolo Mazza.

“Quello del taglio degli alberi attorno allo stadio è stato indubbiamente un atto doloroso e sofferto, sia da parte del Comune di Ferrara, proprietario dello stadio, che da parte nostra, come società che utilizza l’impianto da gioco – afferma il presidente -. Quegli alberi da decine di anni rappresentavano un vero e proprio elemento di corredo del Paolo Mazza e capisco il risentimento di tante persone. Non voglio limitarmi a dire che i lavori per la collocazione dei tornelli e delle zone di prefiltraggio sono obbligatori per consentire alla Spal di disputare il campionato di Serie B perché, è vero che ci sono migliaia di nostri tifosi che aspettavano da 23 anni questo momento, è altrettanto vero, e non voglio certo nasconderlo, che ci sono anche tanti cittadini che non si recano allo stadio”.

Un’analisi che riconosce le difficoltà, la necessaria mediazione tra gli interessi dei cittadini, ma che invita anche a guardare avanti: “Invito però ad andare oltre. Come è stato più volte spiegato nel corso di recenti conferenze stampa che hanno coinvolto la Giunta del Comune di Ferrara, è in fase di studio un progetto per la riqualificazione completa dello stadio Paolo Mazza e dell’area circostante. Reputo che tale soluzione, che auspichiamo tutti quanti possa andare felicemente in porto al fine di portare benefici, non tanto alla Spal e ai suoi tifosi, quanto all’intero quartiere del quale il nuovo stadio, fruibile tutti i giorni della settimana, diventerebbe un punto di riferimento importantissimo, per fronteggiare quelle problematiche di degrado ampiamente riportate dalle cronache. Per quanto riguarda l’aspetto delle piante e del verde, inoltre, in aggiunta ai 48 alberi piantumati dall’amministrazione in diversi punti del quartiere Giardino, vogliamo ragionare su un altro importante e significativo progetto, in accordo con il Comune, che prevede la dislocazione di un numero significativo di nuovi alberi al Centro Sportivo di via Copparo, auspicando possa essere realizzato a breve”.

adminSulla questione interviene – su Facebook – anche l’assessore Aldo Modonesi con l’intenzione di togliersi “l’ultimo sassolino”, criticando con molta forza gli autori delle proteste di questi giorni: “Tra chi in questi giorni si è incatenato agli alberi di corso Piave ci sono persone che padroneggiano la rete almeno quanto me.  Sono presenti e attivi su tutti i social, scrivono post e tweet, leggono e commentano articoli delle testate locali on line, lanciano petizioni su change.org , invitano amici e conoscenti a scrivere mail fotocopia a me e al sindaco, creano eventi su Facebook. Faccio fatica a pensare che in questi due mesi non si siano accorti delle tre conferenze stampa che abbiamo fatto per presentare i lavori allo Stadio (nelle quali abbiamo sempre detto della necessità di tagliare gli alberi) – osserva -, dei comunicati stampa fatti (con cadenza settimanale nell’ultimo mese), dell’incontro di commissione consigliare per la presentazione dei lavori. Il tutto sempre riportato con dovizia di particolari (e commenti, e lettere, e gruppi on line) sia sui giornali cartacei che su quelli on line. Il tutto sempre comunicato sui canali on line e social del comune (oltre che sui miei).
C’era, a volerlo cercare, il tempo per chiederci un incontro (magari anche con una mail…), per informarsi sui lavori e per manifestare i propri dubbi e il proprio dissenso al progetto. C’era anche il tempo, a volerlo cercare, per presentare eventuali proposte alternative. O per scoprire che questa era l’unica, dolorosa, faticosa, soluzione capace di tenere insieme esigenze di sicurezza, esigenze di evacuazione e esigenze di omologazione dello Stadio per permettere alla Spal di giocare la serie B.
Il tempo c’era, a volerlo cercare”.

Ma, secondo Modonesi, “si è preferito aspettare fino all’ultimo, inscenare (legittime, intendiamoci) manifestazioni, dire che è mancata la comunicazione e il confronto (sic!), millantare inesistenti soluzioni alternative. Il tutto per avere (anche?) una ribalta mediatica. Ma forse sono io che penso male”.

L’assessore poi lancia l’ultima frecciatina: “In realtà un’altra soluzione c’è: fare uno Stadio nuovo, trovare (dove non si sa) 30 milioni di euro, indebitare questa città per i prossimi 20 anni, giocare due anni a Bologna (pardon Vercelli), consumare suolo (tanto suolo), e ritrovarsi il Paolo Mazza vuoto (e, vista la situazione del quartiere Giardino, non mi pare proprio l’idea dell’anno). E questa volta mi sarei incatenato anche io”.

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