Attualità
20 Giugno 2016
Alessio Migheli mette a segno la sua seconda vittoria consecutiva. San Giovanni in festa ma la mossa è stata agitata

Palio: trionfa la Lince. Tensione per la caduta di due fantini

di Elisa Fornasini | 5 min

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(foto di Riccardo Scardovelli)

L’edizione più lunga, sofferta e piovosa della storia del Palio di Ferrara è andata a segno questa mattina con il trionfo di San Giovanni in piazza Ariostea. Tutto come da pronostico: Alessio Migheli detto “Girolamo” su Bomario da Clodia era infatti il favorito numero uno per la corsa dei cavalli, dopo la vittoria dello scorso anno con i colori di San Giacomo.

L’esperto fantino – ha 32 anni e viene direttamente da Siena – riporta la contrada rossoblu al successo atteso da 16 anni: era appunto il 1999 quando la Lince ha alzato per l’ultima volta l’ambita coppa del Palio di San Giorgio. Questa è la conquista numero 43 per San Giovanni ma i contradaioli, durante il coro dei festeggiamenti, assicurano che “finché vivrò canterò per la mia Lince”.

La mossa, seppur contenuta in tre quarti d’ora, è stata molto agitata. Il mossiere Renato Bircolotti ha dovuto richiamare i cavalli ai canapi per ben 5 volte, con due false partenze, prima di quella buona che ha visto sempre in testa Migheli, nonostante l’acceso testa a testa con Simone Mereu detto “Deciso” che correva su Narcisco per San Giorgio.

Il momento di massima tensione è stata la brutta caduta dell’accoppiata di Santa Maria in Vado durante la prima falsa partenza. Walter Pusceddu detto “Bighino” è stato sbalzato via dal suo stesso cavallo, Quella Rosa, che si è incespicato da solo a due metri dal canapo. Tanta paura per il fantino che è volato rovinosamente in avanti sul campo di gara, finendo sotto gli zoccoli dell’animale, anche lui caduto per un attimo a terra prima di riprendere da solo la sua corsa.

Per fortuna, nonostante il capitombolo che ha richiesto l’intervento dei soccorsi per verificare le condizioni dell’equino e del fantino ferito lievemente al naso, nessuno si è fatto male in maniera grave e si è potuti tornare alla gara.

L’ansia era già ad alti livelli a causa dell’irrequietezza del cavallo Quan King di San Benedetto che ha tirato ben tre calci agli animali vicini, costringendo il mossiere ad alzare la voce per riportare la calma. Anche in questo caso è intervenuta l’equipe veterinaria per visitare i cavalli colpiti dalle zoccolate e accertarsi che fosse tutto a posto.

Andrea Coghe detto “Il Conte” è stato quindi richiamato più volte da Bircolotti che, volendo applicare il regolamento alla lettera, gli ha intimato di rimanere leggermente indietro durante la mossa per garantire l’incolumità dei presenti. Alla fine gli è stato concesso un ‘bonus’ e ha potuto gareggiare in tranquillità, prima dell’inciampo dell’accoppiata gialloviola.

Si arriva quindi alla seconda falsa partenza dovuta al disordine delle accoppiate delle otto contrade, tutte troppo vicine ai canapi con il rischio di una seconda caduta che fortunatamente non si è verificata.

Alla quinta chiamata è stata la volta buona ed è partita l’inarrestabile volata rossoblu che ha dominato tutti e quattro i giri dell’anello, pur avendo alle costole Mereu su Narcisco che ha lottato fino alla fine. Ma Migheli era sempre un passo avanti, il suo Bomario era davvero inafferrabile e così San Giorgio si è dovuto accontentare del secondo posto.

Il “Tremendo” Francesco Caria, questo il soprannome del fantino bianconero che ha cavalcato su Rijahid, è arrivato terzo seguito dal sorprendente Spartaco da Clodia di Santo Spirito: il cavallo scosso ha praticamente corso tutta la gara da solo dopo la scivolata del fantino Adrian Topalli, in sostituzione di Enrico Bruschelli, che ha perso le redini al secondo giro.

Non c’è stata gara per le altre quattro contrade, in ordine di arrivo San Giacomo, San Luca, San Benedetto e Santa Maria in Vado. Un duro colpo soprattutto per la contrada gialloblu, detentrice del titolo 2015, che con il campione Massimo Columbu detto “Veleno II” su Bonantonio da Clodia era tra i favoriti, visto che era risultato vincente nel 2012 con la contrada di San Benedetto.

Nessuna speranza per la contrada rossoverde che, a causa dei continui rinvii, ha dovuto cambiare sia il fantino che il cavallo, proponendo Alessandro Cersosimo detto “Nando” su Quintana Roo, partiti svantaggiati perché non avevano potuto saggiare la pista. Brutta gara quella di Santa Maria in Vado, da cui ci si aspettava di più visto che la contrada gialloviola è quella che da più tempo sta aspettando la vittoria: l’ultima risale al 1982. Ma la sfortuna ci ha messo lo zampino e l’accoppiata non è probabilmente riuscita a riprendersi dallo shock della caduta, finendo all’ultimo posto.

La festa veste quindi i colori rossoblu: un emozionato Alessio Migheli viene portato in trionfo dai suoi contradaioli, dal presidente Gianpaolo Chiodi e dal capo contrada Davide Corazza. “Ho vinto il palio più lungo della storia” scherza il fantino che dedica la sua seconda vittoria consecutiva alla contrada della Lince, senza nessun rimpianto per San Giacomo “perché quando si indossa una giubba si corre per i suoi colori”. “C’è stata un po’ di confusione ala mossa ma ero il favorito, dovevo vincere e ho vinto: grazie a chi mi ha dato ancora fiducia” conclude Alessio tra i pianti e gli abbracci generali che hanno seguito i festeggiamenti.

Il trofeo è stata consegnato dall’assessore al Palio Aldo Modonesi e dal presidente dell’Ente Palio Alessandro Fortini a cui spetta l’ultima parola: “Ci sono stati momenti di nervosismo e paura, dopo quattro settimane di attesa è inevitabile avere il cuore in gola. Avevamo però la sicurezza di offrire una pista in perfette condizioni e di avere convocato i migliori, come dimostrato dall’esperienza del mossiere Bircolotti che ha gestito la mossa al meglio nonostante un cavallo difficile come quello di San Benedetto”.

“E’ stato il Palio più travagliato e quindi più bello perché quando le situazioni sono complesse ti rimangono di più nel cuore” conclude Fortini che rivolge l’ultimo pensiero alla ‘pazienza’ dei cittadini dopo i quattro rinvii delle ultime settimane: “Non è stata la vittoria della cocciutaggine ma di chi vuole vivere il Palio, abbiamo ricevuto tanti attestati di solidarietà e i ferraresi hanno compreso che se ci abbiamo creduto fino in fondo non è stato un vezzo ma un atto dovuto alla città”.

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