Economia e Lavoro
16 Giugno 2016
Il comitato annuncia azioni legali dopo essere stato allontanato da Renzi e di rivelare quanto comunicato dal sindaco di Bologna

I No Salva-banche e il ‘segreto di Merola’

di Redazione | 2 min

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no salvabanche 2“Prima ci hanno tolto i risparmi, adesso ci tolgono anche il diritto di parola”. Continua la protesta del comitato ‘No Salva-banche’, che annuncia future azioni legali dopo essere stati bloccati dalle forze dell’ordine mentre, il 3 giugno scorso, hanno cercato di entrare in contatto con il premier Matteo Renzi alla Festa dell’Unità di Bologna: “Anticipiamo già ora che faremo ricorso nelle sedi opportune contro il trattamento che abbiamo subito da parte delle forze dell’ordine”.

Nel frattempo il comitato organizza nuove iniziative di protesta e il 16 giugno alle 11 sarà a Bologna, di fronte a Palazzo d’Accursio, dove “un paio di mesi fa le porte ci furono chiuse in faccia dalla polizia su ordine del sindaco Merola, dopo una manifestazione cominciata davanti a Banca d’Italia”. Lo stesso sindaco Merola che “all’indomani del deludente risultato del primo turno delle amministrative, ha contattato con un messaggio un’esponente del nostro comitato No Salva-banche. Noi, che lottiamo per riavere ciò che è nostro rivendicando completa indipendenza dai ceti politici e dal sistema dei partiti, vogliamo rendere pubblico il contenuto di quel messaggio. Il contenuto di quel messaggio esemplifica bene quello che è il PD e il sistema istituzionale italiano”. E l’appuntamento è fissato proprio per il 16 giugno.

“Da mesi come risparmiatori azzerati di Cassa di Risparmio di Ferrara e Banca Etruria stiamo lottando contro il decreto salva-banche del governo Renzi, con incontri, manifestazioni e iniziative locali e nazionali. Lo scorso 3 giugno avremmo voluto andare alla Festa dell’Unità per dire in faccia a Renzi quello che ci è stato espropriato, in termini di soldi e di vita, da un governo che continua in modo vergognoso a definirci speculatori. Per impedircelo, siamo stati prima sequestrati in stazione e poi accerchiati davanti a una Festa dell’Unità a numero chiuso da decine e decine di poliziotti in assetto anti-sommossa, siamo stati minacciati e scortati dal primo all’ultimo minuto. Prima ci hanno tolto i nostri risparmi, adesso ci tolgono anche il diritto di parola. Questo avviene a Bologna, città roccaforte del Partito Democratico”. Anticipiamo giá ora che faremo ricorso nelle sedi opportune contro il trattamento che abbiamo subito da parte delle forze dell’ordine.

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